Testimonianza per il 40° anniversario dell’uccisione di Roberto Franceschi – 23 gennaio 2013
Vi scrivo per esprimervi in parole semplici e sincere che cosa ha rappresentato per me ricevere il premio di laurea Roberto Franceschi. Sono passati ormai quasi 13 anni da quel giorno e ricordo ancora perfettamente quando mio papà, in una fredda e piovosa serata autunnale, molto commosso ed emozionato, mi comunicò la notizia. Ora mio papà non c’è più, perché morì improvvisamente qualche mese dopo.
Per questo motivo credo che il premio di laurea, abbia rappresentato, in primis, il più grande ed ultimo “regalo” della mia vita a mio papà. E non è cosa da poco: i miei genitori hanno sostenuto molti sacrifici per farmi studiare, convinti, a ragione, che la cultura costituisse il più grande investimento per me. Oggi ho quasi 40 anni (sono nato un anno dopo quel 23 gennaio 1973) e sono fermamente convinto della bontà della loro scelta: lo studio, la ricerca e la condivisione del sapere costituiscono la più
grande speranza e spinta positiva al miglioramento dell’umanità.
Penso che la stessa convinzione animasse la passione per lo studio di Roberto Franceschi: penso che lui, come me, fosse convinto che la realizzazione della propria umanità dipendesse dalla disponibilità a “mettersi in gioco” per l’umanità, attraverso la messa a disposizione delle proprie conoscenze al servizio dei più deboli.
Ridurre la povertà e la disuguaglianza e contribuire al progresso economico e civile è un obiettivo certo importante, ma è solo un mezzo per raggiungere un fine più nobile e cioè quello di garantire la dignità di ogni essere umano.
Il mio percorso di studi in Bocconi, è stato sinceramente animato dall’ambizione di perseguire tale obiettivo: nei “ruggenti” anni ’90 approfondire in Bocconi tematiche legate al no-profit, all’etica, all’ecologia e al sociale, significava porsi su un filone “alternativo”.
Le vicende degli anni successivi e la crisi che stiamo attraversando dimostra invece quanto il filone sia “dovuto”. Il premio Roberto Franceschi per me ha significato quindi un riconoscimento dell’importanza del dovere civico di investire nella dignità dell’uomo. Vi sarò grato per sempre.
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