Testimonianza per il 40° anniversario dell’uccisione di Roberto Franceschi – 23 gennaio 2013
“Il riconoscimento più bello che uno studente della Bocconi, interessato ai temi dell’economia politica e della disuguaglianza sociale, possa ricevere”. Questo era quello che, in soldoni, avrei voluto dire alla Signora Lydia durante la cerimonia di consegna dei premi di laurea “Roberto Franceschi”.
Correva l’anno 2004, ed ero tornato apposta da Londra, dove stavo proseguendo i miei studi, per poter stringere la mano alla mamma di Roberto e ringraziarla per il gran esempio di forza che aveva dimostrato trasformando un dramma personale
in un motivo di riflessione e crescita, personale e professionale, per più di una generazione di studenti.
Per me personalmente quel premio rappresentava un primo attestato di fiducia e apprezzamento per un percorso che stavo iniziando a intraprendere senza sapere dove mi avrebbe portato.
A posteriori posso dire che il premio è stato un importantissimo stimolo per continuare a credere nelle mie capacità e nella speranza di poter fare nella vita qualcosa di bello e utile.
Tutto questo avrei voluto dire alla cerimonia del 2004.
Niente di questo invece uscì dalla mia bocca. Preso dall’emozione solo seppi riassumere alcuni passi della mia tesi di laurea e poco più.
Approfitto quindi volentieri dell’invito della Fondazione di scrivere un breve testo per poter finalmente esprimere pubblicamente il mio ringraziamento alla famiglia Franceschi per la fiducia dimostrata nei miei confronti e per il gran lavoro che continuano a fare in memoria di Roberto e delle sue idee.
Perché ho voluto sostenere con una donazione la Fondazione Roberto Franceschi Onlus – gennaio 2016
Grazie per il buon lavoro che portate avanti. Nel 2003 sono stato tra i fortunati beneficiari del premio Franceschi, che fu un importante stimolo per continuare a lavorare sui temi della disuguaglianza e cooperazione internazionale. Ricambiare, anche solo in minima parte, la generosità della Fondazione è il minimo che potessi fare.
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