Mentre la sconfitta dei conservatori va oltre le previsioni, Kier Starmer diventa il nuovo primo ministro della Gran Bretagna, con una solida maggioranza alla camera dei Comuni. Le relazioni future con l’Unione europea rimangono però un’incognita.
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I britannici hanno punito i politici che li hanno ingannati
Il partito conservatore al potere ha subìto la sua peggiore sconfitta dal 1906, pagando a caro prezzo la Brexit. I laburisti hanno invece ottenuto una delle vittorie più schiaccianti della loro storia.
Il ritorno del bipolarismo in Italia: la vittoria dimezzata delle due leader
A distanza di qualche settimana, il voto di inizio giugno può essere visto con maggiore distacco, smontando alcune interpretazioni della prima ora che sembravano certezze
La scienza cinese ha sopravanzato quella occidentale?
Il perno della ricerca scientifica mondiale si sta spostando a Oriente, dove la Cina, già a partire dal sistema universitario, cavalca innovazioni e imprese tecnologiche
Ma Pechino si candida all’ egemonia
L’ordine globale che auspica Xi Jinping ha risvolti imperialisti
Le scosse in Europa per gli eventi in USA, Francia, Regno Unito, Iran e Cina
In questa prima metà di luglio sono accaduti o stanno accadendo eventi che, in un breve o più lungo spazio di tempo, influiranno in modo determinante sulla vita del pianeta. Avvenimenti dei quali non sempre comprendiamo l’importanza.
L’ultima possibilità per un paese democratico
La Francia non è mai stata così vicina a entrare in un’epoca autoritaria, un incubo finora inconcepibile. Il 7 luglio le forze democratiche devono bloccare la nascita di un regime illiberale
L’identità italiana non esiste, ma tra poco si studierà a scuola
I testi a cui si ispira il Ministro Valditara sono un confuso e male argomentato elogio dell’identità italiana. Ma a preoccupare davvero è il fatto che gli autori di quei libri sono gli stessi che redigeranno le future "Indicazioni nazionali" per i docenti.
Stati confusi d’America
Nel dibattito in tv con Donald Trump sono venuti fuori tutti i limiti del presidente Joe Biden. Ora il Partito democratico è spaccato sulla possibilità di cambiare candidato, mentre una vittoria di Trump alle elezioni di novembre sembra più probabile
Una democrazia di capi senza partito
Stati Uniti. Se i democratici sceglieranno di non sostituire Biden, sarà la dimostrazione che i partiti statunitensi sono diventati un veicolo per le ambizioni personali dei loro leader