Il conflitto in corso ha effetti sull’intero pianeta: a subirne le conseguenze sono anche persone che vivono in Perù, in Tunisia o in Sri Lanka, per cui il prezzo del pane decolla e quello del carburante schizza alle stelle.
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La Tunisia comincia il Ramadan in piena crisi alimentare
Nel paese nordafricano i supermercati si svuotano per l’aumento del prezzo dei prodotti agricoli e la dipendenza dal grano ucraino. La crisi rischia di acutizzarsi durante le festività e potrebbe diventare esplosiva.
Il primo nome e l’ultimo
Il mistero rivelato /2.
Elezioni francesi e le conseguenze per l’Europa. Un’opportunità per l’Italia?
L’attuale e constatabile difficoltà europea viene appesantita da un ulteriore appuntamento elettorale, ossia la sfida elettorale del primo turno del 10 aprile tra il Presidente uscente Emmanuel Macron e la candidata presidenziale e “Donna di Stato” Marine Le Pen, le cui possibilità di vittoria non sono state mai così oggi credibili, possibili e concrete.
E se poi in Francia vince Marine Le Pen?
Secondo i sondaggi la leader sovranista, al suo terzo tentativo, non è mai stata così vicina alla vittoria
L’illusione del 25 Aprile
Il morbo del fascismo non è mai scomparso
La verità arriva troppo tardi
Per stabilire l'attendibilità delle foto di un conflitto possono volerci anni, ma le loro conseguenze politiche sono immediate. Le atrocità non sono inevitabili, ma sono spesso parte della guerra.
L’era dei tiranni
I leader autoritari di tutto il mondo osservano la guerra in Ucraina per capire se segnerà la fine di Vladimir Putin. Comunque vada, lo stile politico da lui inaugurato, difficilmente scomparirà.
Putin e i crimini di guerra, processo che sfocia nella retorica
Si lascia intendere che a effettuare l’arresto dello Zar debbano essere i giudici, ma Usa e Russia non hanno mai ratificato lo statuto della Corte internazionale.
I captivi: che prevalgano le regole del diritto anche sui prigionieri militari
Sebbene sgomenti quanto di orribile e disumano stia accadendo in Ucraina, la comunità degli Stati non deve rinunciare, attraverso i propri governi, ad ammonire i contendenti, benché di fronte l’evidenza di uno Stato aggressore e di un altro aggredito, affinché entrambi rispettino le regole internazionali in tema di trattamento dei prigionieri di guerra.