La Lombardia registra circa la metà delle vittime di Covid in Italia. Dopo il Veneto è stata la prima regione colpita, la sua risposta ha segnato l’andamento dell’epidemia in Italia, ed è perciò legittimo mettere sotto giudizio il particolare modello sanitario lombardo, introdotto da Formigoni nel ’97.
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Recalcati “La libertà è vuota senza solidarietà”
L’eredità del Covid ci dice che la natura non è una risorsa da sfruttare e che scuola e sanità pubblica devono essere al centro della società
Italia e Usa: sfida per due. Covid-19, forza e fragilità di due sistemi
Solo seguendo l’evidenza scientifica e rafforzando i sistemi sanitari è possibile controllare la diffusione del Sars-CoV-2 e limitarne i danni sia sanitari si economici e sociali
Un sistema sanitario efficiente fa bene all’economia
I paesi che hanno reagito meglio al coronavirus dal punto di vista sanitario sono anche quelli che subiranno meno gli effetti della crisi economica. La spesa sanitaria è dunque un investimento indispensabile per rendere la nostra economia più sostenibile.
Perché i piani antipandemia non hanno funzionato?
Alcuni paesi non si erano preparati, altri ignoravano dettagli importanti delle strategie da mettere in pratica. Per non ripetere gli stessi errori bisogna cominciare ora a organizzarsi per la prossima volta
La compagnia dei medici mediatici
Crolla la fiducia nella scienza
C’era una volta la malaria
Anniversari. Cinquantanni fa l'eradicazione dell'epidemia in Italia, grazie a un eccezionale piano di bonifiche delle paludi dalla zanzara anofele e di miglioramenti agricoli e abitativi
Davvero l’Italia spende poco per la sanità?
La spesa sanitaria pubblica di un paese dipende dal suo Pil. L’Italia non cresce, ma pur con meno risorse il nostro sistema sanitario nazionale ottiene comunque risultati migliori di altri. Un suo piano di rilancio richiede però scelte politiche precise.
Coronavirus, pochi tamponi: ecco le ragioni mai spiegate
Perché la Lombardia fatica sui tamponi (e il Veneto no)
Quando Tina Anselmi diede all’Italia il Servizio Sanitario Nazionale
I democristiani la chiamavano la “Tina vagante”, perchè refrattaria a qualsiasi ordine di corrente. Fu la prima ministra donna e, in diciannove mesi tra il 1978 e il 1979, firmò la legge sull’aborto, la legge Basaglia e la riforma della Sanità