Contro gli stereotipi. Elena Cattaneo racconta le storie di colleghe che si sono affermate nei più disparati campi scientifici, dalla chimica alla biologia, dalle neuroscienze all’astronomia: un riferimento per le studiose di domani
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Non conta solo il cervello Siamo tutti i nostri organi
Un saggio di Vittorio Lingiardi, professore di Psicologia dinamica (ma anche medico), esplora il corpo umano: le ossa, i muscoli, il sangue, i capelli...Ne nasce un atlante che, in tempi di intelligenza artificiale, aiuta a capire quella naturale
«Dio esiste?» Riparte la ricerca delle prove
La domanda delle domande—già affrontata da Sant’Anselmo, San Tommaso, Kant, Hegel...—suscita nuova attenzione, come mostra un saggio di Roberto Giovanni Timossi che considera anche i risultati della cosmologia moderna
Quelli che scrivono per responsabilità
C’è il motore dell’ ambizione e quello dell’ odio, e poi c ’è il motore civile, e/o etico, oppure anche religioso... Capofila di quest’ ultimo è Lev Tolstoj, sublime narratore che a un certo punto arrivò a sostenere che non c ’è arte senza missione. E la missione, naturalmente, non è quella dell’intrattenimento. E giù critiche a Shakespeare, Baudelaire, persino Beethoven
Ma che razza di idea (e di parola)!
Dietro i vocaboli. Il libro di Lino Leonardi finalmente fa chiarezza sull’origine della parola e ne ripercorre l’utilizzo ideologico che portò a tragiche scelte
Ogni performance è incontro di civiltà
Richard Sennett. Se si intrecciano scambi teatrali, dove ciascuno incarna un universo culturale, si può aprire un dialogo costruttivo: è la tesi dell’ultimo libro dell’intellettuale americano
Le male parole del criptospazio
Il linguaggio resta «il più sottovalutato tra gli strumenti di assoggettamento e violenza», dimostra Raffaella Scarpa smascherando formule e strategie tossiche (specie in famiglia)
Benvenuti all’Overlook Hotel…
Un sontuoso volume ricco di immagini ci svela tutto, proprio tutto su Shining di Kubrick. E sulla sua lavorazione
Quelli che scrivono per ambizione
Prendiamo Virginia Woolf, o il caso struggente di Francis Scott Fitzgerald, o anche l’americanissimo non americano Saul Bellow, o quel Bret Easton Ellis che poco ha a che fare con la cupa dissoluzione fitzgeraldiana e ancora meno con l’aspro disincanto bellowiano... Eppure... Ecco dove può condurre la bulimica fame di gloria.
Da Bach a Hitler: il precipizio tedesco
Studiosa della Germania, la britannica Mary Fulbrook smonta alcuni cliché e riflette sul percorso del Paese. Con un occhio al nazismo e un altro ad Angela Merkel («L’ammiro per varie ragioni, anche se ha fatto scelte sbagliate. Nessuno poteva prevedere le azioni di Putin»)