Covid digitale. De Lillo spegne la tecnologia

È uno degli autori più grandi di oggi, con un fiuto per quello che accadrà (come l’11settembre, come il 2008). Nel nuovo romanzo, scritto prima della pandemia e uscito in America, immagina che una sera del 2022 si verifichi un blackout globale tecnologico: si fermano computer, tv, telefoni, il mondo torna analogico e immediatamente tutto perde significato, con l’uomo che contempla sé stesso in uno schermo buio. Il libro non poteva che intitolarsi «The Silence»

E poi Ulisse… Il sequel in versi dell’Odissea

L’eroe greco torna a casa ma, fedele alla propria natura inquieta,riprende la via del mare e punta verso il Nord Africa: un’altra epopea. Che non è stata scritta dal mitico cantore ma da un poeta del Novecento, il cretese Nikos Kazantzakis, che compose altri 33.333 versi immaginando che cos’era accaduto dopo Itaca. Ma c’è un’epopea ulteriore, che ha per protagonista Nicola Crocetti, editore, fondatore della rivista «Poesia» e divulgatore della cultura greca: per 7 anni ha lavorato a una traduzione di questo secondo poema. Che ora arriva in libreria: «Un’arca di Noè delle parole, salvate prima che scomparissero»

Yukio Mishima. L’ultimo samurai

Il 25 novembre 1970 lo scrittore salutò moglie e figli, uscì di casa e mise in atto una specie di piccolo colpo di Stato, tenendo un discorso dal ministero della Difesa e infine compiendo un suicidio rituale. Fu il culmine di una vita segnata dal culto dell’Imperatore, non tanto (non solo) in senso politico, ma come necessità di un ideale assoluto, un’autenticità e una disposizione all’amore che, paradossalmente, riconosceva negli studenti di sinistra. Ma sono i suoi libri a dirci la sua grandezza. «Il mare della fertilità» è la «Recherche» nipponica

Elogio dei romanzi. Sono i raggi X del genere umano

Grande narratore prestato alla critica e grande critico prestato alla narrativa, John Updike è stato uno stilista della letteratura, capace di scrivere saggi in grado di rivaleggiare con i suoi romanzi e romanzi in grado di rivaleggiare con i suoi saggi. Ora una raccolta di testi esce in Italia: è un’occasione per saldare qualche conto con classici e contemporanei. Anche perché, dice, «la narrativa è il più penetrante strumento di autoanalisi: più della psicologia, della medicina, della fotografia, dell’economia». Prendiamo Nabokov, o Joyce, o Proust...