Metà della popolazione globale è stata chiamata alle urne nel 2024. Con quali risultati?
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La crisi della politica favorisce il populismo: recuperiamo gli ideali senza le ideologie
Dopo il 1989 per rimuovere i mali della partitocrazia abbiamo rottamato i partiti e per ridurre le distorsioni dello stato sociale abbiamo perso di vista le ingiustizie
I nuovi nazionalpopulismi e le città
È complesso, ma anche necessario, spiegare il mancato radicamento dei nuovi nazionalpopulismi nei centri urbani europei, andando oltre i binomi città/campagna e modernità/tradizione
Il populismo non sopporta le sconfitte
Leader carismatici che non eliminano le libere elezioni ma cercano di invalidarle quando perdono. L’analisi critica di Arato e Cohen
I progressisti senza progresso
L’analisi di Frank Furedi, vicino a Orbán: la sinistra ha rinnegato i valori illuministi e non difende più le classi popolari, preferisce le minoranze etniche e sessuali. «Spero nei populisti, che portano nuove energie, e in leader come Giorgia Meloni»
L’estate sta finendo
Per la prima volta dal dopoguerra l’Italia affronta una campagna elettorale in pieno agosto. Con il rischio di ritrovarsi un governo guidato dall’estrema destra
Indebolire la democrazia non è un rimedio al populismo
Le strozzature nei processi di partecipazione democratica non conducono (solo) all’acquiescenza passiva ma (anche) alla ricerca di risposte semplici e non-mediate al malcontento
Dopo il populismo rischiamo la democrazia della diffidenza
L’astensionismo francese ha raggiunto il 65% lanciando un allarme. La democrazia liberale è davvero malata e incurabile?
L’insurrezione populista e la destra dopo Trump
Con la sconfitta di Donald Trump, resa più pesante ancora dagli avvenimenti del giorno dell’Epifania, si chiude un periodo: il “quadriennio populista” apertosi nel 2016 con la sua ascesa alla Casa Bianca da un lato e il referendum sulla Brexit dall’altro.
«Non è soltanto populismo Chiamiamola ultradestra»
Il politologo Cas Mudde denuncia la crescente «normalizzazione» delle forze estremiste xenofobe, che sono una minaccia per le democrazie liberali perché non rispettano le regole del gioco e i diritti delle minoranze. In Polonia, in Ungheria e in Austria partiti conservatori tradizionali si sono radicalizzati in modo allarmante. «È un fenomeno presente anche in Italia, benché nel vostro Paese manchi un leader autoritario con le stesse capacità di Viktor Orbán»