Capire i limiti del Pil non significa abbracciare la prospettiva della decrescita. Ma servono nuovi indicatori per società generative, capaci di fornire opportunità di realizzazione, in senso ampio, al più alto numero possibile di persone.
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Guardare più in là del Pil per ridurre le disuguaglianze senza smettere di crescere
È importante saper misurare la sostenibilità economica, sociale e ambientale del benessere
“Il Pil misura le cose sbagliate sul clima. Tranne la sostenibilità”
Il Pil non è una buona misura dell’economia. Cattura la quantità ma non la qualità della crescita. Se il Pil rimarrà al centro dell’attenzione come adesso, il nostro futuro sarà ben triste. Tutti coloro che pianificano il nostro futuro devono usare un indice che consideri altri aspetti oltre il Pil.
Se il virus manda il PIL in pensione
Perché il web si è arricchito con la crisi
La trappola di una crescita insostenibile
Un altra economia. La Cappella Sistina non viene valutata nel PIL, ma ha certamente aumentato il benessere dell’umanità; così come la ricerca scientifica e le ricadute nella speranza di vita dell’uomo. Occorre riconoscere che il nostro rapporto con l’economia va cambiato.
L’economia della felicità e il paradosso di Easterlin
“Se la ricchezza non fa la felicità, figuriamoci la povertà”. Con questa battuta fulminante, Woody Allen, descrive, a sua insaputa, uno dei paradossi più famosi tra quelli scoperti dagli economisti negli ultimi decenni
Ecco perché il Pil è stupido e obsoleto (lo ha capito pure la Cina)
David Pilling, editorialista economico del Financial Times smonta tutti i falsi miti sul prodotto interno lordo ne “L'illusione della crescita” (Il Saggiatore): “Compatta tutto in un unico numero grande facile da capire, ma è contraddittorio. Esistono almeno altre quattro misurazioni alternative”