William Finnegan Il premio Pulitzer contro la retorica di Trump
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Dire è pensare. La bizzarra e inattesa relazione tra linguaggio ed esperienza del mondo
La lingua ci orienta nel mondo e lingue differenti ci danno strumenti cognitivi differenti. E questo vale sia per un'esperienza molto concreta come la navigazione dello spazio, ma anche nei confronti di altre esperienze, altrettanto fondamentali ma più astratte, come il pensiero numerico
La cattiveria come linguaggio
Lo scadimento della politica passa anche attraverso la violenza delle parole
Le parole di Greta e perché i ragazzi imparano più tra di loro che dagli adulti
La cultura digitale separa, come mai prima, gli adulti dai giovani. Il che contribuisce alle incomprensioni tra genitori e figli sui temi ambientali
Perché è importante l’analisi del lessico mussoliniano
David Bidussa Me ne Frego
Una nuova blasfemia figlia di due libertà
Offendere le fedi o no? Siamo prigionieri di un dilemma consegnarci all'arbitrio dello Stato (o all'autocensura) oppure nutrire irrealistiche nostalgie neo-blasfeme. Nel primo caso si sacrifica lo spirito di libertà; nel secondo non si risponde al bisogno di convivenza pacifica. Ma una terza alternativa è possibile: fondata sul binomio tra libertà, di religione e libertà di offendere la religione, sarebbe adeguata alla società globale
Elogio della convivenza
Il linguaggio dell’odio contro i diversi si va diffondendo in maniera allarmante per mezzo degli strumenti digitali, utilizzando anche artifici retorici. Per arginarlo bisogna lavorare sulla «base» dei pregiudizi che lo alimentano. Occorre riscoprire l’antica arte del confronto fatta di parole che cuciono e consolidano trame sociali
“Non spegnete la tv, ma accendete la libertà”
L’inedito di Umberto Eco sulla televisione
Trump e il populismo. Le politiche neoliberiste e le insufficienze della sinistra.
Il ruolo degli intellettuali. Mentre esce il suo nuovo libro e alla vigilia dei novant’anni, Noam Chomsky parla a tutto campo
Il comune dissenso del pudore
Il ’68 ha rotto gli argini: il nudo non scandalizza più e il turpiloquio è un programma politico. «Ma— dice Marta Boneschi — c’è molto smarrimento».