Philip Roth disse che «O’Brien è la più grande narratrice di lingua inglese». Ha esordito con «Ragazze di campagna» perché la vita non è vissuta se non è raccontata, ora esce «Ragazza»: via dall’Irlanda, approda nell’inferno nigeriano delle schiave di Boko Haram
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Io non ho paura
Guida le emozioni,regola la vita, orienta il senso estetico: quello della paura— diceva Saul Bellow — è il più vasto dei domini. Tutti ci confrontiamo con la paura (le paure): talvolta si vince, spesso si perde. In queste pagine lo fanno Edoardo Albinati, Melania Mazzucco, Michela Murgia, Alessandro Piperno, Sandro Veronesi. Si parla di sentimenti, anche molto intimi, e di politica; di salute (pubblica e privata) e di natura (quella umana e quella che l’umanità contribuisce a distruggere); di letture, naturalmente (per esempio King e Simenon), e di scritture
Traduttore, creatore infinito
Come in un gioco di specchi ogni testo ne nasconde un altro Ma chi è davvero l’autore?
Più Stato, senza autarchia Il Covid riabilita il welfare
Abhijit Banerjee ed Esther Duflo, marito e moglie, hanno vinto insieme l’anno scorso (con Michael Kremer) il premio Nobel per l’Economia. Studiosi della povertà e degli strumenti per combatterla, ritengono che la crisi causata dalla pandemia convincerà un numero crescente di persone che solo l’intervento pubblico può fronteggiare emergenze del genere. «Non servono invece misure protezioniste. La guerra commerciale tra America e Cina rischia di produrre gravi danni. Bisogna piuttosto combattere a fondo ogni tipo di razzismo»
C’è un paese dove le storie sono persone
Domenico Dara, con un continuo trapasso fra lingua e dialetto, immagina un villaggio calabrese in cui gli abitanti vanno «spargendo come untori il morbo della lettura» che penetra «nel sangue e nel corpo»
Moravia questo sconosciuto
Un’insegnante-scrittrice invita nella sua scuola Dacia Maraini. Che accende l’entusiasmo degli studenti. Ma fa emergere un tema cruciale: gli studenti non conoscono gli scrittori del Novecento
Anni
“Sono nata negli anni venti a Pola con sconcerto delle anagrafi”. Un brano tratto da La ragazza del secolo scorso per ricordare Rossana Rossanda
L’ulcera del Ventennio
Con “L’uomo della provvidenza” Antonio Scurati racconta la nascita del culto della personalità di Mussolini
Caro classico ti stronco…
Sulla scorta di Paul Valéry, mi faccio forza e dico: un classico non è un idolo da venerare; di più: classici non si nasce, si diventa; e poi ancora: un classico non se ne sta polveroso e immusonito ma è qui tra noi, gli capita di invecchiare o ringiovanire, ogni tanto si allontana ma può tornare ad avvicinarsi. Prendete le critiche di Henry James all’«Educazione sentimentale»di Flaubert e quelle di Edmund Wilson a Kafka. Nelle pagine successive, alcuni esempi (clamorosi) di bocciati diventati classici
Devo tutto a Kundera Mi ha cambiato la vita
Arrivano le «memorie controcorrente» di Alain Finkielkraut, l’intellettuale più amato e odiato di Francia. Galeotto fu il «Corriere» e un’intervista allo scrittore meno intervistabile. Che «mi spiegò lo scontro di civiltà che si era consumato a Praga» e «favorì la mia riconciliazione con il romanzo». Da allora è stato più facile capire la guerra nella ex Jugoslavia e persino le prossime presidenziali americane