Il mugnaio spiega Dante. La storia è anche degli umili

Carlo Ginzburg racconta come avviò per caso la ricerca da cui nacque il suo primo lavoro, «I benandanti», tornato da poco in libreria. «Non trovi niente di interessante se vuoi solo avere una conferma della tua ipotesi. È molto più fecondo farsi cogliere di sorpresa, guidati da fattori inconsci, anche se ogni acquisizione esige poi una verifica razionale. Non basta conoscere cifre, Big Data e statistiche: studiare Menocchio aiuta a capire l’autore della Commedia»

Ho scritto dieci romanzi prima di imparare a parlare

Santiago Amigorena, nato in Argentina, andò esule in Francia da ragazzino per scappare dalle dittature. La sua opera, spiega, è l’epopea del proprio silenzio. I lettori italiani cominceranno a conoscerlo dal fondo: la storia del nonno, ebreo a Buenos Aires, che inizia a tacere nel1940 quando scopre che cosa accade alla madre, rimasta nel ghetto di Varsavia

Baudelaire contro la natura

Allievo di de Maistre, Baudelaire è attratto da ogni forma di oscurantismo: demonismo, sadismo, autoritarismo, superstizione, pena di morte,misoginia, antisemitismo. Insomma: odia i borghesi, i democratici, gli illuministi. Dotato di una straordinaria «intelligenza estetica» o«al negativo», Baudelaire è graniticamente convinto che è bello tutto ciò che è innaturale. La natura, in poche parole, lui la disprezza. Chissà, forse, se vivesse oggi, farebbe una campagna a favore della plastica come invenzione umana non degradabile. Perché, direbbe, il bello è una forma di resistenza al tempo, e quindi alla natura. La natura, ripete, non molto distante da Leopardi, non fornisce alcun ammaestramento e nessun esempio utile