Per una curiosa coincidenza due scrittori di straordinario successo (un mostro sacro e un ex ragazzo prodigio) pubblicano a breve distanza due romanzi che raccontano due collassi tecnologici. «La Lettura» ha provato a leggerli in parallelo
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Ferito a morte vivo per sempre
Uscì sessant’anni fa dopo una lunghissima gestazione, vinse il Premio Strega e si affermò come uno dei capolavori della narrativa italiana del dopoguerra: il romanzo di Raffaele La Capria è molto più di un’elegia sulla giovinezza che vola, spiega in queste pagine uno scrittore di un’altra generazione, anche lui vincitore dello Strega. Si tratta di uno sguardo su Napoli che va oltre Napoli e che riflette sul tempo riuscendo ad andare oltre il tempo
Essere e non essere La fine di Hamnet
Maggie O’Farrell mette al centro di un romanzo il figlio perduto di William Shakespeare, morto bambino a 11 anni. Ne nasce una storia universale sul lutto e il senso dell’esistenza.
Ci servono parecchie paia di occhi
Il romanziere Benjamín Labatut: è la narrazione che dà senso ai misteri del mondo
Sono una tata artificiale Gli umani non li capisco
Kazuo Ishiguro, lo scrittore britannico di origine giapponese, torna al romanzo per la prima volta dopo il Nobel vinto nel 2017: a raccontare la storia è il robot che una bambina acquista in un negozio
La ragazza Bube e il padre perduto
Carmen Barbieri riesce a dare voce a una figlia che conduce una vita spezzata in due
Alberto Manguel “Così imparai a leggere i libri a Borges”
L’impulso originario della nostra specie è raccontare: che siano le storie ai bambini o le interpretazioni attoriali delle opere letterarie
“Moravia, Morante, Pasolini è stato leggendo loro che ho capito me stesso”
Intervista a René De Ceccatty - Tutti e tre pensavano di essere poeti. E uno solo lo era davvero, PPP, il cui desiderio era capire l'Italia
L’amore attorno a una camera a gas
Se questo è amore
Noi non siamo al centro. I romanzi post umani
Biologia, genetica, tecnologia sono ritenute in grado di trasformare l’individuo. Oltre la specie, oltre la morte. Ma smascherano anche l’illusione dell’antropocentrismo: non siamo troppo diversi dagli altri animali. In che futuro vivremo? La letteratura è utile perché ci aiuta a immaginarlo. Specie ora che il Covid rende la domanda più urgente: le distopie di Margaret Atwood, il potere della natura di Richard Powers, le allegorie di Jeff Vander Meer, le poesie dell’italiana Laura Pugno