Quelli che scrivono per piacere

Si conclude qui la ricognizione di Alessandro Piperno sulle ragioni per cui ci si imbarca nella creazione narrativa: quale demone induce a tanta disperazione? L’ ambizione, naturalmente; l’odio, ovvio, motore sempre molto lubrificato; il senso di responsabilità (etica, politica, pedagogica...); e il godimento. Il guaio è che una concezione edonistica genera in chi la persegue sofferenze indicibili: a quest’ ultimo romanziere toccano entrambe le parti in commedia (fustigatore e fustigato)

Le spie raccontano il mondo dalla città più corrotta: Londra

Mick Herron scriveva poesie, poi è passato alle «detective story», quindi l’ultimo salto: i suoi romanzi sugli «Slow Horses», i «Brocchi», agenti segreti dell’MI5 messi da parte, sono diventati una serie tv di successo con Gary Oldman: «Sì, i centri studi analizzano le mie avventure. Non l’ho fatto di proposito, ma rivelo lo spirito del Paese deluso uscito dall’Europa»

Gomorra, Ferrante: l’Italia da export

Il panorama della narrativa nel nostro Paese è segnato dalle conferme dei maestri riconosciuti (Arbasino, Camilleri, Eco, Magris& C.), dalla consacrazione di autori che piacciono al pubblico e vincono premi (il doppio Strega di Veronesi), da debutti di successo (Giordano). Due i casi che varcano i confini: l’ esordio di Saviano e «L’ amica geniale». Poi il memoir e l’ autofiction. E graphic novel e «romance» intercettano nuovi lettori