Patrimonio comune. Gomarasca e Stoppa affrontano il tema delle istituzioni, in particolare dell’istruzione e della cura: esposte ai cambiamenti, rischiano di cedere a una visione efficientista e a dinamiche che sacrificano il singolo
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Se i parlamenti producono sapere
Istituzioni. Il saggio di Giovanni Rizzoni esplora, sin dal Settecento, la funzione conoscitiva ed educativa delle assemblee parlamentari, raccontandone i cambiamenti nel tempo, sino alla marginalizzazione. Che si può combattere
La democrazia? Non sta tanto bene
Istituzioni. Due saggi analizzano insufficienze e problemi del sistema: misto, cambiato nel corso del tempo, oggi corre pericoli di illiberalismo
Le voci degli italiani al Quirinale
Michele Ponzani ha esaminato le parole scritte ai capi di Stato da donne e uomini comuni in cerca di ascolto: un ritratto corale del paese
La sfida globale della libertà religiosa all’americana
Due istituzioni statunitensi, una indipendente e una governativa, monitorano le violazioni al diritto di culto nel mondo
Superare il diritto di veto per un’Europa più forte
Il prezzo del completamento dell’Unità Europea non può essere infatti la sua paralisi, come è troppe volte avvenuto. Si tratta di un processo da portare a termine in modo chiaro, rapido e definitivo.
È il momento di riconoscere lo stato palestinese
Tra i paesi che già l’hanno fatto, solo pochi fanno parte dell’Unione europea. Ora la Spagna dice che lo farà entro luglio, ma l’Europa si muove in ordine sparso. Eppure sarebbe il momento di fare un gesto coraggioso.
Se democrazia fa rima con patologia
Istituzioni e potere. Tre saggi illustrano il malessere dello Stato democratico, i fattori che lo determinano sul breve e lungo periodo, i possibili rimedi alla crisi
Hegel e la natura ambivalente della società civile
L’originalità della posizione hegeliana nel panorama della filosofia politica che si era sviluppato fino ad allora appare cristallina. La sua critica a quello che potremmo definire il costruttivismo di Kant è radicale
Il potere e le convenzioni
L’idea è che le istituzioni moderne non si reggano più, come in passato, sulla promessa di tenere a freno la paura, ma puntino sulla loro capacità di cronicizzarla, sfruttando a proprio vantaggio una domanda di sicurezza resa sempre più profonda proprio dal dilagare dell’instabilità