Il drago della Louisiana ama la vodka  e la tv

Eoin Colfer è un romanziere irlandese, autore della saga per ragazzi «Artemis Fowl», che come pochi s’intende di mondi fantasy e di animali fantastici. Torna in libreria con un testo per adulti(«Ho pubblicato talmente tanti libri per bambini che mi veniva naturale non usare parolacce, ora mi sono lasciato un po’ andare»), «Fiamme nella palude», con una creatura mitologica ed eccentrica di nome Vern e un adolescente di nome Everett. «Da piccolo mi sarebbe piaciuto essere un po’mascalzone,ma ero timido. Ho amato personaggi irregolari come Huck Finn, purtroppo non ho mai avuto il loro coraggio. Infrango le regole soltanto nella scrittura»

L’Africa eterna di Wilbur Smith

I suoi romanzi attraversano cinque secoli e scorrazzano lungo i continenti (senza dimenticare da dove sono partiti). Ora che Harper Collins li ripropone con una nuova traduzione, dice: «Finché un personaggio avrà la forza di lottare per ciò che desidera, ci sarà sempre una storia da narrare». Poi racconta del Sudafrica dove vive e delle statue contestate di Cecil Rhodes: «In tempi di grandi sconvolgimenti è normale ripensare la storia»

Le nuove incertezze del cuore

La diffusione spasmodica delle tecnologie digitali (leggi:smartphone e social) e una certa deriva del capitalismo (leggi: tutto è mercato) fanno male alla stabilità delle relazioni sentimentali. Ne è talmente convinta la sociologa Eva Illouz che ha intitolato un libro «La fine dell’amore». Qui spiega perché e racconta sei storie (letterarie o reali) finite male

Caos chiama caos: liberarsi dal millenarismo, per uscire dalla rete del virus

Nei dibattiti sullo stato d'emergenza c'è un convitato di pietra: la Rete. Nascosta dietro parole come «inclusione», «necessità», «novità», la Rete, racconta Marco Bracconi, «è al contrario il possibile soggetto di uno stato d'emergenza continuativo e a bassa intensità». Nessuna apocalisse è alle porte: società debole, corpi intermedi sfilacciati, nuovo classismo saranno la conseguenza delle nostre scelte di delegare o meno alla Rete la priorità sui corpi