Eoin Colfer è un romanziere irlandese, autore della saga per ragazzi «Artemis Fowl», che come pochi s’intende di mondi fantasy e di animali fantastici. Torna in libreria con un testo per adulti(«Ho pubblicato talmente tanti libri per bambini che mi veniva naturale non usare parolacce, ora mi sono lasciato un po’ andare»), «Fiamme nella palude», con una creatura mitologica ed eccentrica di nome Vern e un adolescente di nome Everett. «Da piccolo mi sarebbe piaciuto essere un po’mascalzone,ma ero timido. Ho amato personaggi irregolari come Huck Finn, purtroppo non ho mai avuto il loro coraggio. Infrango le regole soltanto nella scrittura»
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Desideri sfrenati che negano l’altro E vince il male
A confronto con Marc D. Hauser sui meccanismi evolutivi che producono i comportamenti più crudeli
Dare giudizi etici sul passato è giusto e utile
L’inglese Donald Bloxham nega che l’analisi degli eventi possa essere scissa da una valutazione anche morale. «Giusto rimuovere le statue dei colonizzatori: facciamo i conti con la nostra eredità imperialista»
La città trincea del futuro
Saskia Sassen, città-fortezze in trincea
Il paradosso della società parassita di massa
Opulenta e povera allo stesso tempo
I sensi ci ingannano. Per fortuna
Biologia Parla Donald Hoffman: l’evoluzione naturale nasconde la vera struttura del mondo, perché questo consente di sopravvivere. È come se avessimo in testa un casco di realtà virtuale. Quella effettiva, forse, è una rete simile a Twitter
L’Africa eterna di Wilbur Smith
I suoi romanzi attraversano cinque secoli e scorrazzano lungo i continenti (senza dimenticare da dove sono partiti). Ora che Harper Collins li ripropone con una nuova traduzione, dice: «Finché un personaggio avrà la forza di lottare per ciò che desidera, ci sarà sempre una storia da narrare». Poi racconta del Sudafrica dove vive e delle statue contestate di Cecil Rhodes: «In tempi di grandi sconvolgimenti è normale ripensare la storia»
Le nuove incertezze del cuore
La diffusione spasmodica delle tecnologie digitali (leggi:smartphone e social) e una certa deriva del capitalismo (leggi: tutto è mercato) fanno male alla stabilità delle relazioni sentimentali. Ne è talmente convinta la sociologa Eva Illouz che ha intitolato un libro «La fine dell’amore». Qui spiega perché e racconta sei storie (letterarie o reali) finite male
Il nuovo maccartismo
Bret Easton Ellis: “Stupida America” “Cancel culture, identity politcs: sono scioccato per ciò che sta avvenendo”
Caos chiama caos: liberarsi dal millenarismo, per uscire dalla rete del virus
Nei dibattiti sullo stato d'emergenza c'è un convitato di pietra: la Rete. Nascosta dietro parole come «inclusione», «necessità», «novità», la Rete, racconta Marco Bracconi, «è al contrario il possibile soggetto di uno stato d'emergenza continuativo e a bassa intensità». Nessuna apocalisse è alle porte: società debole, corpi intermedi sfilacciati, nuovo classismo saranno la conseguenza delle nostre scelte di delegare o meno alla Rete la priorità sui corpi