Una vecchiaia senza risentimento. E, guardandosi indietro, una vita ricca di maestri e padri spirituali da Barroé a Pierce, con il pensiero come passione. Seguendo la lezione di Spinoza: “Dì quel che devi dire e infrangi lo stesso”
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Oliviero Toscani «Le vetrine allestite già a novembre sono il segno di questi tempi diseguali»
A New York ad esempio è sempre come il 25 dicembre. Basta avere i soldi
Servi di internet, unitevi!
Yanis Varoufakis torna in libreria con un testo che è un manifesto (anche per il richiamo al famoso «Manifesto del Partito comunista»). «Tecnofeudalesimo» è l’approdo finale del capitalismo: «Nei nuovi feudi virtuali (Amazon, Instagram...) le nostre menti sono tenute in catene».
Non se ne va mai il sapore di sale
Gino Paoli. L'infanzia in una Genova in guerra. L'amicizia con Tenco finita per Stefania Sandrelli. A quasi novant'anni, il grande cantautore ripercorre i segreti dei suoi successi. Come quando vide il cielo da una certa stanza, senza più pareti
Judith Butler Le guerre, il Covid È tutto sbagliato
Parla una tra le più influenti filosofe degli studi di genere, talvolta accusata di un eccesso di politicamente corretto
Peter Sloterdijk Ci resta solo la critica della ragione idiota
A colloquio con il pensatore tedesco, che vede avanzare un’ondata di cinismo e risentimento simile a quella degli anni Venti e Trenta.
Elfriede Jelinek Mi piace evadere ma non il fisco
La romanziera austriaca che ha conquistato il Premio Nobel nel 2004 ha scritto un’autobiografia intitolata «Dati personali» (che è la sua vita privata; ma anche — e qui si apre un cerchio — la storia di tutti gli appunti che le ha sottratto il fisco tedesco perché riteneva che avesse evaso le tasse).
Gabriele Salvatores È bello vincere, è meglio perdersi
Il regista che ha ottenuto il Premio Oscar nel 1992 per «Mediterraneo» ha scritto un’autobiografia intitolata «Lasciateci perdere», che doveva essere (qui si chiude un cerchio) il titolo originale del film.
Il vicino di casa
Edgar Feuchtwanger, ebreo, nato nel 1924, dal 1929 al 1939 è vissuto a Monaco nei pressi dell’abitazione privata del capo nazista. «Lo vidi la prima volta nel 1933. Mi guardò con una certa benevolenza»
Non credo nella felicità ma nell’imperfezione
Lo psicanalista junghiano si dedica da anni all'inconscio umano: nella sua mansarda sui tetti di Milano parla di bugie e del Telefono Amico, di svolte nel della vita e droghe virgola di amore e innamoramenti campati in aria