È l'ultima categoria di lavoratori prodotta dalla rivoluzione tecnologica: la più bassa, la meno pagata. Gli «sharecropper», coltivatori, sono più che altro come i raccoglitori di pomodori. Ecco che cosa fanno in cambio di pochi dollari: per istruire l'intelligenza artificiale, per aiutarla a interpretare la realtà, a riconoscere un volto, a guidare senza autista, a distinguere un cane da un gallo, un pedone da un lampione, occorre immettere nelle macchine milioni di «immagini etichettate». I cropper sono gli «etichettatori»
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Il robot padrone dei listini: decide il 53% degli scambi
Le compravendite automatizzate di azioni negli Usa arrivano al 66% dei volumi, in Europa al 47% e in Asia al 40% In Italia, per gli esperti, il software pesa per oltre il 30%. Il fenomeno, a livello globale, è destinato a crescere
Gli imprevisti dell’«homo digitalis»
L'economista e sociologo francese Daniel Cohen sarà oggi al Salone del libro di Torino per presentare il suo nuovo saggio «I tempi sono cambiati», per Codice edizioni. «L'«apprendimento profondo è una espressione usata per indicare le funzioni delle macchine, che finora erano prerogativa solo degli umani - come avere dei ricordi, interpretarli, prendere decisioni e adattarsi, modificando il proprio 'comportamento'. Tutto ciò può apparire entusiasmante. O, all'opposto, inquietante»
La tecnologia ci ruberà il lavoro?
Robot. Fra vent’anni l’impatto sarà molto profondo, dicono alcuni. Così molti verranno licenziati nella maturità e i giovani non troveranno impiego
Amazon caso unico al mondo. E l’Europa sta a guardare
Non si è mai visto un caso di questo tipo. Una singolarità economica a cui, probabilmente, neppure i grandi padri dell’economia avevano pensato. Andrebbe presa in serio esame un’istruttoria antitrust.
Le macchine non rubano il lavoro Lo spostano
Lo studioso italiano: «L’automazione dirotta molte funzioni sui consumatori. E nessuno cerca davvero l’intelligenza artificiale»
Le nuove insidie degli algoritmi
Un’altra crisi dei diritti più insidiosa perché poco visibile e difficile da comprendere è quella che viene dal crescente uso degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale in vaste aree della vita pubblica: dalla prevenzione e repressione dei crimini alle selezioni del personale e degli studenti nelle università
Strategie e tappe della grande corsa all’intelligenza artificiale
La portata rivoluzionaria dell’intelligenza artificiale in tutti i settori dell’economia le conferisce un’importanza geopolitica strategica. Non a caso il conflitto Usa-Cina sul tema è aspro. Così il diverso approccio europeo può diventare un modello.
Intelligenza artificiale. Bolognini (IIP): “Tra privacy e algoritmi. Equilibrio difficile ma necessario”
Algoritmi, decisioni automatizzate, intelligenza artificiale (AI), umanità aumentata. Dovrà essere sempre più il pane quotidiano di chi è chiamato a tutelare la nostra privacy perché non si tratterà solo di occuparsi di sicurezza dei dati e dei sistemi ma, spiega al Sir il presidente dell'Istituto italiano per la privacy, Luca Bolognini, occorrerà anche “proteggerci da sensori e da minacce non umane, poco tracciabili e ‘responsabilizzabili’”. E se la sfida è trovare un equilibrio fra diritti inviolabili e corsa all'innovazione tecnologica, l'ultima parola dovrà sempre spettare all'uomo
L’intelligenza artificiale? Non è intelligente
Marc Mézard è un fisico,studioso delle reti neurali, direttore dell’École Normale Supérieure di Parigi. Sullo sviluppo dei robot ha un’idea chiara, né facilmente trionfalistica (ci renderanno liberi) né spaventosamente catastrofista (ci annienteranno). Ma... «Il fatto è che non sono capaci di dare vita a processi creativi. Per esempio:sanno riconoscere un cartello stradale di Stop, però se quel cartello è appena alterato non lo riconoscono più»