Nel febbraio 2013 Maurizio Ferrera caldeggiò su queste pagine l’idea dello ius scholae: un percorso di istruzione al termine del quale l’alunno straniero diventa italiano; nel 2015 il Parlamento cominciò a discuterne; l’estate ha riacceso un faro dopo l’apertura del ministro Antonio Tajani(Forza Italia). Nei giorni in cui si torna in classe, abbiamo chiesto a Ferrera di tirare le fila di un dibattito spesso animato da quel sentimento che il filosofo Jacques Derrida ha definito hostipitalité, ospitalità mista a ostilità
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Ma i minori stranieri sono il nostro futuro
Lo jus scholae è il minimo decente e ragionevole, purché non si metta troppo in alto l’asticella
Ius scholae, perché aiuterebbe il Paese
Ius scholae, perché aiuterebbe il Paese
Confini, difesa, Ucraina: tre domande per l’Unione
Nonostante gli importanti passi in avanti, l’Unione europea rimane, ad oggi, un progetto incompiuto.
Lo Ius Scholae è scritto nel rap dei nuovi italiani
Il 59 per cento degli italiani intervistati da YouTrend si è detto a favore della proposta di legge sullo Ius Scholae. Che cos’è lo sapete, ma ripetiamolo: è il diritto di cittadinanza per i minori stranieri residenti in Italia (attualmente quasi un milione) rilasciato in base alla frequenza di un ciclo di studi (almeno cinque anni di scuola).
Ius scholae: maggiore inclusività e vantaggi per tutti
Il dibattito sulla necessità di riforma della legge sulla cittadinanza si arricchisce di un nuovo capitolo. La speranza è che si possa modificare la legislazione in tema datata 1992, del tutto inadatta a disciplinare il fenomeno.
I nostri ricercatori: Samuele Davide Molli, come le comunità di fede aiutano gli immigrati nelle città multiculturali
Samuele Davide Molli, neo-dottore di ricerca in sociologia all'Università Cattolica di Milano, grazie ai fondi di ricerca Roberto Franceschi ha studiato le forme di sostegno che le comunità di fede cristiane fondate da immigrati offrono ai loro membri in due città sempre più multiculturali, Milano e Londra, contribuendo alla loro inclusione sociale
Finalmente la gran scossa
Nuovo cammino comunitario nella Ue.
C’è persino chi rifiuta i fondi per l’integrazione
L’Italia spende poco per integrare gli stranieri. Eppure le risorse dedicate (prevalentemente scuole di italiano e mediazione culturale) servono a costruire un clima di civile convivenza e, per di più, finanziano servizi e professionalità del territorio.
Italiani senza timbro che insegnano l’Italia
Ius Culturae. I pregiudizi della ideologia e i ritardi della politica