Non dobbiamo avere paura della paura ma solo del non saperla sfruttare come risorsa imprescindibile, come capacità non solo di fuggire i pericoli ma di riconoscerli per prendere precauzioni.
Archivio articoli per il tag: Filosofia - pagina 40
Andare oltre la paura
L’emergenza cinese
Rabelais insegna: per capire i numeri ascoltate diavoli
La demonologia del Cinquecento, attraverso il principio di continuità, può avere propiziato gli studi sulle equazioni dello scienziato Gerolamo Cardano, da cui derivarono grandi progressi nel calcolo algebrico e di conseguenza nel calcolo digitale della nostra epoca.
In cerca della vera vita felice
Girolamo Vida. Nel dialogo tra Sileno e Mercurio emerge il motivo della maschera in un gioco di specchi tra esteriorità e interiorità, apparenza e inganno, superficiale e profondo
Il virus dell’ideologia
Come possiamo lottare contro un male che non conosciamo? Muri e quarantene non risolveranno il problema. Servono solidarietà e una risposta su scala globale
Quel bisogno di fermare le idee balorde
Educare al pensiero critico nel tempo delle fake news e delle post-verità
Il Male non è mai banale
La filosofa ungherese Agnes Heller, scomparsa l'anno scorso, nel suo saggio contesta la nota tesi di Hannah Arendt e dice: i malvagi sono un'eccezione. Poi ironizza su Hitler e Stalin definendoli i "demoni massimi mai esistiti"
E Jünger scoprì che la tecnica asserviva l’uomo
Cent’anni fa usciva «Nelle tempeste d’acciaio», libro nel quale lo scrittore tedesco raccontava la sua esperienza nella Grande guerra. Un resoconto impersonale della tragedia bellica che trasforma i soldati negli ingranaggi di una macchina di morte ormai fuori controllo
Si fa presto a dire educazione
Siamo animali molto difettosi, eppure, a differenza degli altri, possiamo essere formati. Condizione necessaria soprattutto adesso che ci esprimiamo sempre e comunque attraverso la tecnologia
Lo sguardo cieco dell’Occidente
Il declino della religione e del pensiero politico moderno ha condotto l’esistenza umana a concentrare il proprio sguardo sempre meno al futuro, alla trascendenza di un’altra vita, per rivolgersi a un presente immanente e assoluto.