Maestro liberale o tecnocrate. Il ’900 di Platone

Gli autori più importanti del Novecento, come Martin Heidegger e Hannah Arendt, non hanno mai smesso di riflettere sul pensiero del grande allievo di Socrate. Due studiosi si confrontano sull’attualità della sua concezione politica. Mauro Bonazzi: il filosofo ateniese temeva i cambiamenti e non amava la democrazia della polis greca, esposta alla degradazione in tirannia, perché era convinto che soltanto gli esperti conoscono il bene e sono legittimati a governare. Francisco Gonzalez: è sbagliato vedere nelle sue opere una tentazione totalitaria. Nella«Repubblica» non pretende di costruire uno Stato perfetto, ma cerca di indicare la via per educare i cittadini alla ricerca del bene attraverso uno sforzo comune, basato sul riconoscimento del fatto che nessuno possiede il monopolio della verità

E Platone rivelò la verità sul #MeToo di Alcibiade

Il «Simposio», opera dedicata all’eros, mette in scena la relazione tra Socrate e l’ambizioso giovane ateniese. Ma il pensatore condannato a morte aveva forse avuto in precedenza un rapporto amoroso con Aspasia (la compagna del leader politico Pericle), che probabilmente nel dialogo si cela dietro la figura di Diotima, una misteriosa sacerdotessa di Mantinea