Il caso De Angelis
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Strage di Bologna: i conti col passato
Fare i conti col passato non è mai un gesto di «pulizia» o di riordino, ma corrisponde a un progetto di futuro e ad avere una definizione chiara di storia condivisa.
Il prigioniero Mussolini
Prima il Duce viene condotto in quell’isola di Ponza che lui stesso aveva trasformato in confino per gli oppositori, poi viene trasferito alla Maddalena, infine in Abruzzo. Intanto il Re e Badoglio tergiversano con Hitler causando i bombardamenti alleati
Arrestato il Duce cade la dittatura
Il 25 luglio 1943, dopo la sfiducia del Gran Consiglio, Mussolini chiede di incontrare Vittorio Emanuele III. Il sovrano lo licenzia, viene caricato su un’ambulanza e portato via. Badoglio è il nuovo primo ministro
La fiamma (tricolore) era diventata un lumicino ma non si è mai spenta e ora divampa al governo
Dal Movimento Sociale di Almirante all’ An di fini, a Fratelli d'Italia di Meloni, dall'opposizione al potere. La storia della destra di Pietro Ignazi pubblicata per la prima volta nel 1989 e aggiornata tre volte
La lunga notte del Gran Consiglio
Il 24 luglio 1943 si riunisce l’organo supremo del regime che voterà la fine del governo di Benito Mussolini. La recita del potere che ha soggiogato l’Italia per ventuno anni si avvicina ormai al suo ultimo atto
Le due congiure contro il Duce
Da una parte c’è Dino Grandi, gerarca fascista, da sempre in contrasto con Mussolini. Dall’altra c’è il Maresciallo Badoglio che, anche per volontà di Maria José, è pronto a sostituire il dittatore. E il ruolo del Gran Consiglio, dice il Re, sarà fondamentale
La diarchia del Ventennio
Il Duce e Vittorio Emanuele III condividono, nella loro totale diversità, la guida dell’Italia fino al 1943. Il Re è titubante, cede su tutto nella vanagloria dell’impero, ma la fine è vicina. E l’alleanza con Hitler sarà fatale. Cronache della fine del fascismo. 2
L’ultima udienza al cospetto del re
Il 25 luglio 1943 Mussolini incontra Vittorio Emanuele III a Villa Savoia il Gran Consiglio lo ha già esautorato e lui finisce in una caserma romana
Da brava gente a carnefici del Duce, perché tanti italiani scelsero la barbarie?
Non solo tedeschi e giapponesi, anche i nostri militari e civili si macchiarono di crimini di guerra all'estero. Eric gobetti ricostruisce le vite dei responsabili di brutali violenze in Libia, Etiopia, Grecia, Jugoslavia