I ministri dell’Interno dell’UE hanno respinto il compromesso della presidenza bulgara sulla riforma del trattato di Dublino. Il Consiglio europeo di fine mese potrebbe perciò decidere di mantenere le norme attuali. Per l’Italia non sarebbe una vittoria.
Il piano per preparare una possibile uscita dall’euro può aumentare la forza di contrattazione rispetto ai partner europei, ma anche indurre una fuga di capitali. Non proprio la condizione ideale per sedersi al tavolo negoziale.
Nella prossima campagna elettorale i partiti e le forze sociali si pronuncino quindi su come vogliono uscire o come vogliono rimanere nell’Euro e sulle conseguenze di queste decisioni.
Se il governo volesse far uscire l’Italia dall’euro, la costituzione, il presidente della repubblica e la Banca centrale europea non riuscirebbero a impedirlo