Le Banche centrali
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Se la Germania riscopre l’ambizione di essere potenza
La Germania sta pensando l’impensabile: affermarsi ago della bilancia degli equilibri euro-mediterranei.
L’Europa non può vivere nei ristretti confini nazionali delle sinistre
Recovery fund. Dopo decenni di lamentazioni contro i Trattati dell’Unione europea, ne abbiamo finalmente incrinato uno dei suoi peggiori: il famoso «no bail out». Tutto è cambiato? No. Anche questo «deal» è fragile e rischioso. Ma per la prima volta in 63 anni l’Ue è una comunità politica che assume il dovere di aiutare i paesi in difficoltà
Non sprechiamo l’ultimo aiuto della Merkel
L’uso dei finanziamenti europei
Un accordo storico e una sfida per l’Europa
Dando via al recovery fund, l’Unione europea ha deciso di indebitarsi in modo consistente per finanziare dei trasferimenti tra i suoi stati membri. Nonostante i limiti, è una grande scommessa e una vera prova di solidarietà
Recovery Fund. Accordo di svolta per Italia ed Europa.
Molto da fare e da ricordare
Adesso tocca all’Italia dare segni di cambiamento
È essenziale dimostrare che abbiamo la volontà e la capacità di realizzare seriamente ciò che giova alla nostra economia e che l’Europa ci chiede oggi di fare
Recovery Fund, non è tutto oro quello che luccica
Quello raggiunto a Bruxelles dopo mesi di trattative è senz’altro un buon accordo, per l’Italia e per l’Europa. Ma sullo sfondo resta ancora aperta la madre delle questioni: se evolvere verso un’unione politica o rimanere un’organizzazione di stati sovrani.
L’Ue non più matrigna prova a scacciare l’incubo sovranista
L’Europa concorda un piano di rilancio dell’economia da 750 miliardi, finanziato con Eurobond. Un accordo che prova a guardare al futuro e a mettere nell’angolo gli egoismi degli stati nazionali e dei sovranisti. Ora servono riforme e serve farle bene.
Stati Uniti, Europa, Italia: un decennio di divergenza
La crisi attuale ha le sue radici in un decennio di stagnazione dopo il crollo finanziario del 2008, con dinamiche divergenti tra il recupero della crescita negli Usa, la ripresa della Germania, la caduta dell’economia italiana. Consumi, investimenti, export e salari sono alla base di questa divergenza.