Trump è riuscito a guadagnare consensi tra gli elettori che votavano per la prima volta, e in questo modo ha spaccato la tradizionale base del Partito democratico
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Cosa ci dice la perfetta parità di Harris e Trump nei sondaggi
Oggi gli Stati Uniti sono nettamente divisi e non sembra esserci scivolone o colpo di genio, durante la campagna elettorale, che possa turbare questo bipolarismo. Come mai?
L’America allo specchio
Dopo una campagna elettorale aspra e piena di colpi di scena, il 5 novembre negli Stati Uniti si vota per le presidenziali. Con due candidati, Kamala Harris e Donald Trump, che hanno visioni opposte del paese
Uomini contro donne
La principale linea di frattura della politica statunitense riguarda il genere: Harris guadagna consensi tra le donne, mentre Trump cavalca il risentimento degli uomini
Solo i veri progressisti difendono la libertà
Su ognuna delle grandi questioni in ballo alle elezioni statunitensi Kamala Harris amplierebbe le libertà degli statunitensi, Donald Trump le restringerebbe
Debito pubblico, il grande tabu delle elezioni americane
Qualsiasi governo americano, così come ogni altro governo del mondo, sarà di fronte a un grande dilemma: tagli, soprattutto delle spese sociali, nel tentativo di ridurre gli squilibri di bilancio o continuare con la politica dei deficit crescenti e quindi con l’aumento dell’indebitamento?
La partita è ancora aperta: Kamala centrista tra parole e omissioni
Kamala centrista tra parole e omissioni
Entra in scena Kamala Harris
La decisione del presidente Joe Biden di farsi da parte e di appoggiare la sua vice ha ridato entusiasmo al Partito democratico e ha messo in difficoltà i repubblicani
Dal 93,84% al non voto Una parabola italiana
Nelle elezioni del 7 giugno 1953 l’ affluenza superò perfino quella del1946 per il referendum e raggiunse una percentuale record, quasi doppia rispetto alle recenti europee. Da allora il calo, pur costante, è stato contenuto fino agli anni Ottanta. Poi il tracollo. Alle politiche siamo precipitati dal 72,9 per cento del 2018 al 63,9 del 2022: in soli 4 anni abbiamo perso 9 punti, quando invece per scendere di10 avevamo impiegato 33 anni, tra il1963 (92,9 per cento) e il1996 (82,9 per cento). Una tendenza sottovalutata dai partiti che mette a rischio le basi della democrazia
La Gran Bretagna si sveglia laburista
Mentre la sconfitta dei conservatori va oltre le previsioni, Kier Starmer diventa il nuovo primo ministro della Gran Bretagna, con una solida maggioranza alla camera dei Comuni. Le relazioni future con l’Unione europea rimangono però un’incognita.