L’abbandono da parte del suo partito ufficiale della filosofia del lavoro come condizione della cittadinanza democratica
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Può esistere una democrazia fondata sui “migliori”?
Il ritorno del saggio del sociologo Michael Young
La grande ingiustizia di una società meritocratica
La democrazia è in crisi. Niente di nuovo.
Inutile rimpiangere l’epoca dei partiti di massa. Il guaio è la carenza, non l’eccesso, di leadership. I sistemi parlamentari hanno difetti oggi aggravati da euro e globalizzazione. Gli elettori? Sono diventati un pubblico
Il capitalismo invecchia? Un’ ultima chance per il bene comune
L'uscita dalla crisi sarà possibile solo se saranno rispettate alcune condizioni: regole certe a livello internazionale; un cambiamento delle priorità, mettendo cioè al primo posto il «lavoro»; una democrazia politica che veda il massimo della partecipazione nelle procedure decisionali a tutela dei beni comuni.
Se torna l’etica nel capitalismo
Quando il valore primario è l`accumulazione del capitale, lo spettacolo del denaro facile offusca gli orizzonti temporali. L`anomalia di rendimenti finanziari eccessivi contribuisce al deprezzamento del futuro, all`impazienza verso il presente, alla disaffezione per il lavoro.
L’Utopia e la Rete
Virtuale: ciò che non è attuale, potenza e forza sospesi nelle infinite possibilità della loro realizzazione.
Dieci passi nel Futuro
La terza rivoluzione industriale rende possibile una nuova Europa sociale nel ventunesimo secolo. Il sogno europeo è il fulcro della nuova Europa sociale.
Noi e loro; la lingua in questi tempi di guerra.
Se la forma di potere imposta viene chiamata «democrazia», allora ci si presenta un problema ancora più grande: «democrazia» può essere il nome di una forma di potere politico imposto in modo antidemocratico?
L’Italia docile che ha perso dissenso
Una società libera ha bisogno del dissenso. Anzi è desiderabile che la diversità di opinioni vi si manifesti e si esprima liberamente perché è grazie a questa diversità che il gioco politico può svolgersi e le maggioranze alternarsi.
La democrazia ha ancora bisogno di maestri
Questa società non ha dunque bisogno di maestri. Sono pateticamente inutili. I mezzi attraverso cui si trasmettono conoscenze e si formano coscienze si chiamano maestra-televisione, maestra-pubblicità, maestra-comunicazione, maestra-moda, ecc. Queste sì sono maestre ugualitarie, stanno sul nostro stesso piano, usano il nostro stesso linguaggio, si prestano a essere comprese da tutti senza sforzi, sono adatte alla società dei grandi numeri, sono perciò pienamente democratiche.