Abbiamo abbastanza democrazia per poterla esportare?

La democrazia che conosciamo è il prodotto complesso del pensiero europeo, poi anglo-americano, combinato con le pratiche necessarie a riconoscere e mantenere il pluralismo dei dissidenti religiosi, aggiungendovi le riflessioni dei liberali sui diritti, sulla separazione delle istituzioni e sull’autonomia del potere politico da quello religioso.

Esportare la democrazia. Quanta devastazione siamo pronti ad accettare per imporre il bene?

Forse la questione era mal posta fin dall’inizio: il problema non è mai stato se esistano dei valori universali, ma se qualcosa di buono possa attecchire senza predisporne le condizioni sociali, economiche, demografiche, culturali, linguistiche, urbanistiche, infrastrutturali, rispettando tempi storici incomprimibili, investendo enormi quantità di risorse, spostando montagne e deviando il corso dei fiumi.