La letteratura francese: una sequenza di parricidi e di epistolari

Qui è nato il saggio;qui è stato coniato l’intellettuale; qui le lettere (ad amici, fidanzate, amanti) hanno fatto dello scrittore non un lavoro, ma una biografia. Eppure sono parecchi gli autori transalpini che hanno vissuto con disagio e apprensione, se non con vero disgusto, l’appartenenza alla tradizione cui l’anagrafe li condannava: Céline gettò tra i rifiuti Proust e Montaigne; Gide sbertucciò il feretro di Anatole France. Ecco,il solo connotato comune è la discordia; non esiste altra tradizione culturale che abbia amato parlare di sé con tale voluttà e pugnace perseveranza.

Lo sberleffo di Socrate

Il filosofo provocò la giuria ateniese come se cercasse la condanna a morte   Un saggio di Mauro Bonazzi (Laterza) sottolinea che la condotta processuale del pensatore greco non era rivolta a ottenere un verdetto di assoluzione. Si ha piuttosto la sensazione che intendesse lasciare una testimonianza per i posteri

Marx è un messia

Dialogo con la filosofa ungherese sulla modernità (non solo l’attualità dell’autore del «Capitale», ma di Freud, Kierkrgaard, Nietzsche), e sul futuro della democrazia. «Al contrario di quel che si crede il nostro continente è estraneo al liberalismo. Profondamente radicato qui, invece, è il nazionalismo»