I 25 anni più rivoluzionari del cinema (simili al periodo 1895-1920, ma più dirompenti di Nouvelle Vague, neorealismo e New Hollywood) non hanno un rivoluzionario. È finito l’autore, ora il regista è lo spettatore, cioè la persona che fa del film ciò che vuole: pause, streaming, «binge watching», interferenze, salti, interazioni social... E determina il riciclo dell’immaginario
Archivio articoli per il tag: Cultura - pagina 34
C’è Lost, inizia un’altra era. Persi in un mare di serie tv
Per rendere l’idea basta un episodio diventato leggendario: nel gennaio 2010 il portavoce della Casa Bianca annunciò che l’atteso discorso di Obama sullo Stato dell’Unione (il più importante dell’anno) non si sarebbe sovrapposto alle prime puntate dell’ultima attesissima stagione del capolavoro di J.J.Abrams. Così la televisione, e il modo di guardarla, sono cambiati per sempre
Una filosofia del pranzo e della cena contro le manie gastronazionaliste
Da Mario Soldati alle ultime tesi su teoria e politica del cibo, il ricco panorama editoriale sui fornelli
Misterioso delitto nel cuore nero dell’America
Povertà, razzismo e solitudine sono gli ingredienti del romanzo di Henry Wise: un giallo di genere Southern Gothic ambientato nella Virginia rurale
In nome del Camp e della «cosa in sé» contro l’uso perverso della metafora
L'incitamento filosofico di Susan Sontag a “fare un'esperienza più immediata di ciò che abbiamo”
Assecondare mai. La lezione di chi ha riassunto il suo tempo
Susan Sontag è stata la prima a codificare il modo con cui le fotografie ci manipolano. “Creano compassione e e allo stesso tempo contribuiscono a inaridirla”
Ancora grazie Susan, pop star dell’intelletto e vestale della verità
Non si accontentava di studiare e usava la mente come un grimaldello. Le sue riflessioni sulla malattia e la vecchiaia una Bibbia per tutte noi
Highsmith un talento misogino
La nerissima autrice della sagra di Ripley torna con 17 ritratti scritti nel 1977 di donne perfide e scorrette. Come lei
Le missioni dell’università sono due, non tre
«Oltre alle prime due, che sono insegnare e studiare (o “fare ricerca”), i professori universitari da qualche tempo devono farsi carico della terza, cioè condividere i prodotti dei loro studi con il mondo che sta al di fuori e con la società che, non bisogna dimenticarlo, gli paga lo stipendio (e gli studi, e le biblioteche). In un recente articolo uscito online sulla rivista ”Il Mulino”, Claudio Marazzini, già presidente dell’Accademia della Crusca, ha detto male di questo zelo relativo alla “Terza missione”. Male, ma non abbastanza»
Il barattolo di latta, i fiori e quelle Madonnine che non riconosciamo più
Oggi i “barbari“ che si sono affacciati alle “frontiere della civiltà” sono le armate del capitalismo consumista