Sibilo, ronzio, brontolio, sussurro, tuono, strepito, e molto altro: così hanno descritto il rumore che precedette il sisma in Friuli nel 1976. In un romanzo selezionato per il Premio Strega Europeo la tedesca Esther Kinsky lo chiama «Rombo»
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Arriva il Novecento e nessuno è pronto
La nuova edizione del secondo volume de «I sonnambuli», con i suoi personaggi mediocri, spesso meschini e sempre sgradevoli: è così che nel suo capolavoro Hermann Broch vuole raccontare la dolorosa transizione tra due epoche
La maschilità è una maschera da indossare o un mascara che si scioglie con le lacrime?
Pistole e orecchini, muscoli e pettini, passeggiare o andar dritti alla meta: oggetti e stili definiscono il genere. Un saggio invita a fluidificare le cose e smontare gli stereotipi (purché nel frattempo non se ne creino di nuovi)
Ugo Foscolo e il suo moderno sguardo sulle donne
Può stupire il fatto che nel 2023 si parli di Ugo Foscolo come di un proto-femminista
A.A.A. Egemonia cercasi
Giorgio Caravale ricostruisce il rapporto tra intellettuali e politica nel nostro paese. Dalle tesi gramsciane al divario attuale
Gli animali e i matti erano inquieti: sentivano già il rombo del giorno dopo
6 maggio 1976: un terremoto di magnitudo 6,5 della scala Richter colpisce il Friuli, provocando 1000 morti. 7 abitanti di una valle remota ricordano la paura che li ha travolti e i segnali che hanno preceduto il sisma
Venuta al mondo da bambina sgradita
Dolores Prato scrisse di scarti (come lei) Scilia illegittima, fu allevata da uno zio prete che imparò ad amarla ma da adolescente la affidò alle suore. I suoi appunti degli anni dell’ educandato raccontano la sorte riservata a una giovane senza famiglia
«Requiem» per il caos del ‘68
Claude Arnaud. «Che hai fatto dei tuoi fratelli?» è un romanzo memoir che fa rivivere l'età della contestazione con le sue accensioni e le minacce minacciose zone d'ombra, soprattutto dal punto di vista soggettivo di una famiglia borghese
Quanta delicatezza in quel castigo!
Clemenza. E la dote di chi agisce secondo equità e rettitudine, perdonando senza rinunciare alla giustizia. Non equivale a misericordia e pietà perché non mette in gioco il cuore ma la testa