Il telescopio Webb ha fotografo Rho Ophiuchi, un meraviglioso angolo di universo a 390 anni luce dal nostro pianeta. Eccolo
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Ho paura del buio
La coppia novecentesca Boileau-Narcejac, celebre per I Diabolici, torna a inquietarci con una storia ad altissima tensione
I cimiteri bianchi del corallo in Florida
Nel mare al largo degli Stati Uniti il riscaldamento dell’acqua (fino a 38 gradi centigradi) mette a rischio la barriera
La letteratura è la mia badante
È tornato al romanzo otto anni dopo «Anna», è tornato a vincere il Viareggio ventidue anni dopo «Io non ho paura» e, soprattutto, dopo «La vita intima» è tornato subito al lavoro perché «ho una storia che mi va di raccontare, che unisce l’horror all’ esperienza della pandemia» E perché—dice qui Niccolò Ammaniti—«la scrittura mi rilassa, mi dà forza. Mi può accompagnare nella vecchiaia»
Una scintilla per non naufragare
I fari salvano i marinai e i viaggiatori, affollano la letteratura, coltivano l’immaginario. Ecco i più alti del mondo
Simone va alla guerra
Il romanzo storico di Adrienne Bosc rievoca il passaggio della filosofa Weil come volontaria, nella Spagna del 1936. Un'esperienza di lotta per la libertà, interrotta da un incidente
John Locke, la proprietà privata e il ruolo trasformativo del lavoro
Nel 1690 John Locke pubblica, in forma anonima, la sua opera politica più compiuta: Due trattati sul governo. Con questo lavoro indaga la natura del dovere di ubbidienza dovuta dai sudditi al monarca e riflette sull’origine della proprietà privata
Non esistono più le stroncature di una volta
Nelle pagine dei giornali culturali abbondano le recensioni positive e i critici non sono più severi con gli autori, a differenza che in passato. Ma questo è un problema per la letteratura e per i lettori.
La Russia come “terapia” per l’Occidente?
La Russia ricorre nei discorsi dell’Occidente non solo perché si presenta oggi come suo rivale, ma anche perché rappresenta molto di quello che la nostra modernità ha perduto. E di cui quindi prova nostalgia.
Il romanzo della vita
Colm Tóibín non è un archeologo, tantomeno è un filologo. È un artista: maestro nel catturare lo spirito e la lingua del suo eroe, prima Henry James e ora Thomas Mann; capace di un mimetismo cauto, ironico, mai ingerente