È sempre sporca la guerra

Severino Dianich da bambino, in Istria, ascoltò Mussolini annunciare l’ingresso nel secondo conflitto mondiale. Da ragazzo si ritrovò tra i profughi che l’Italia guardava con diffidenza. In un momento in cui la violenza bellica investe anche l’Europa e il Mediterraneo, il teologo avverte: «È ignobile l’idea che esista una guerra accettabile. Perché la sua logica non cambia mai, ed è la sopraffazione». Questo dolore l’arte lo ha sempre mostrato (lo raccontiamo nelle pagine successive) e il presepe (che compie otto secoli) lo ha sempre esorcizzato

Route 1.001

C’è California e California. Quella che Susan Straight mette a fuoco resta distante dal glamour di Hollywood e dalle spiagge del surf: abbraccia gente che viene da lontano e assaggia il razzismo. Le pagine di «Mecca» rappresentano infatti, in modo esatto, la visione della loro autrice, che ha mappato palmo a palmo la narrativa degli Usa: a ogni Stato gli scrittori che gli appartengono, a ogni terra le sue trame. Perché, in fondo, c’è America e America