C’è un moralismo inopportuno e irrispettoso dell’angoscia e dei lutti, nelle critiche che molti avanzano non solo al disastro della politica e della sanità lombarda, ma anche alle persone che ci vivono e al loro modo di intendere la vita
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Sciarpe, foulard e carta igienica
Diario epidemico della settimana
Proteggi gli altri, proteggerai te stesso
Almeno una cosa ci sta insegnando l’emergenza del coronavirus(non il primo nella storia dell’umanità e certamente nemmeno l’ultimo): la capacità di tutto il mondo scientifico di collaborare nella ricerca di una soluzione
Le stagioni della nostra paura
Lo Spread ci ha cambiato l’umore, la siccità ci ha allarmato, la crescita demografica mondiale (e, contemporaneamente, la bassa natalità italiana) ci ha demoralizzato, il terrorismo islamista ci ha inquietato...E poi l’ecologia, e il nucleare...E ora il coronavirus, che rischia di trasformare ogni starnuto su un treno in «Cassandra Crossing». Viviamo circondati da una retorica apocalittica che ha inquinato tutti gli spazi di discussione
Evviva Geppetto padre di tutti noi
Alla vigilia della festa del papà (19marzo), in una drammatica coincidenza con l’esplosione del coronavirus, un papà (Massimo Gramellini, ipocondriaco matricolato, autore di un libro che racconta la sua «gestazione») scambia alcune lettere con un carissimo amico,scrittore anche lui, Emanuele Trevi, che ha deciso di non fare figli e si è riconosciuto— ahi!— nella figura di «Norberto», il confidente che non intuisce la novità nella vita dell’amico e continua imperterrito a tessere l’elogio della sterilità. Da qui nasce una doppia riflessione sulla paternità e sulle paure più o meno giustificate
In medio stat virus
Alla velocità della luce siamo arrivati a una sorta di ground zero. La decisione del Governo di trasformare l’intero Paese in un’unica “zona rossa” ne è l’emblema.
Una che non aggiusta i tubi
La micidiale gaffe di madame Lagarde
Woody a pezzi
Tutti contro il memoir del regista E la guerra con i Farrow continua
L’infodemia e i tre conflitti che stanno favorendo l’ansia da Coronavirus
L’arrivo del Coronavirus in Italia e la conseguente proiezione del nostro Paese al centro dell’attenzione mondiale per il numero di contagi al momento verificati (terzi al mondo dopo la Cina e la Corea del Sud, primi in Europa) hanno generato una diffusa reazione di paura, ansia, se non addirittura panico in segmenti significativi della popolazione.
Decide il South Dakota New York non conta!
Jay McInerney, il più grande «biografo» di New York, racconta a «la Lettura» che cosa sta succedendo all’America. «La verità è che questa città non ha niente a che fare con il Midwest o il Sud degli Stati Uniti. Dovrebbe stare in mezzo all’Oceano Atlantico, non qui dov’è. Trump quattro anni fa ha vinto perché il South Dakota, che ha un decimo degli abitanti di New York, vale inspiegabilmente di più»