Una proprietà ineffabile ed esclusiva dell’essere umano, impossibile da riprodurre e da spiegare: così viene presentata la coscienza da una lunga tradizione filosofica e religiosa, che la collega al concetto di anima. In realtà la coscienza si può ricondurre a una serie di funzioni cognitive, cerebrali e corporee che potrebbero agevolmente sostituire lo stesso utilizzo di questo termine
Siamo il solo animale che possa essere educato, non subiamo le leggi dell’ «istinto»: già in principio siamo dotati di finalità interne, cioè rispondiamo ai bisogni del metabolismo. Basterebbe questo a mostrare che siamo tutt’ altro rispetto a una macchina impassibile
Anima è una parola bellissima, ma su di lei pesano molti pregiudizi. Ha origine dall’aria, dal fiato, dal vento. Aerea e impalpabile, legata alla vita e alla coscienza, una volta tutti sapevano di averne una e la credevano immortale.
È (soprattutto) un tema teologico, filosofico, etico. Qui a confrontarsi sono però due scienziati: il fisico e inventore del microprocessore Federico Faggin, che ha elaborato una teoria secondo cui la conoscenza di sé e il libero arbitrio sono «irriducibili»; e Simone Sarasso, fisiologo che ha sviluppato un radar per rilevare il livello di «sentire». Il dialogo è molto acceso...