Gli errori inevitabili si devono affrontare a viso aperto e, se siamo in due o più, è pure meglio
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Raro ma probabile. Perché ci piacciono le lotterie e abbiamo paura dei vaccini
L'industria dell'azzardo sembra aver studiato a fondo i meccanismi cognitivi, sfruttandoli per generare lauti profitti, mentre la comunicazione istituzionale sembra fare grande fatica a capirli
Vaccinarsi o no? Il prezzo della salute e il ruolo del rimpianto
La scelta di uno ha ricadute sulla salute di molti. Gli economisti le chiamano esternalità
Dovremmo essere meno d’accordo con noi stessi
Diversi studi sull’intelligenza collettiva dicono che le decisioni migliori derivano dalla considerazione di opinioni eterogenee. Le decisioni prese da un gruppo molto numeroso di persone possano essere, a determinate condizioni, migliori di quelle prese da pochi individui esperti.
L’inerzia non è prudenza, è ciò che ci fa perdere la sfida con il futuro
Il passato è solo uno dei criteri da tenere in considerazione. Sarebbe utile svincolarsi da logiche vecchie e stantie che si sono rivelate fallimentari per troppo tempo
La forza delle aspettative
Essere convinti che qualcosa andrà male porterà al suo fallimento, un eccesso di positività può causare frustrazione: meglio non coltivare idee irrealistiche e coltivare una sana e grata speranza.
I costi sociali della gerarchia
La gerarchia, di per sé, produce differenze, muri, barriere; li produce perché si fonda su di essi. In tutte le nostre organizzazioni, quindi, è sempre presente, manifesto o nascosto, il rischio dell'esclusione
L’arte di ascoltare e le sue regole
L’ascolto implica investire consapevolmente una dose di quella risorsa scarsa e preziosa che è la nostra attenzione. Sette regole per farlo bene.
La ricerca di senso tra reazione e adattamento all’ingiustizia
Se l’ingiustizia è difficile da eliminare nei fatti, la possiamo far sparire ristrutturando il nostro modo di vedere la realtà. Ma ciò che sparisce è solo il nostro senso della realtà
Libertà e lavoro, un connubio impossibile?
Dopo la connotazione negativa ereditata dalla tradizione bibilica, oggi il lavoro viene raccontato come un’attività nobilitante. Non sempre lo è, ma certamente può esserlo