Nella città centro della pandemia due giornalisti hanno ripreso negli ospedali 200 ore di lotta, vita, morte,speranza, disperazione.
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Tra voglia di tenerezza e istinto di ribellione contro i potenti di Hollywood
Debra Winger Un talento controverso
C’era una volta l’America
La spaccatura tra le aree rurali e le grandi metropoli. L'odio tra il popolo e le élite intellettuali, tra i ricchi e i poveri. Tutto già visto. Nella commedia hollywoodiana dell'età d'oro
Vietnam, Wall Street, JFK la passione di Oliver Stone per i lati oscuri dell’America
Tre premi Oscar e molte polemiche
Così ho raccontato la crisi della borghesia
Compie novant’anni Citto Maselli, il regista che ha raccolto l’eredità del neorealismo e si è affermato con un cinema politico.
Dumas inventa le serie tv
Sono 150 anni dalla morte dell’autore del «Conte di Montecristo» e dei «Tre moschettieri». Proprio adesso «The Crown» lo conferma: la serialità televisiva è nata con lui. Con la suspense. E con la capacità di farci sentire dentro una tragedia che finirà
Il Cinema in lutto per la morte del regista coreano Kim Ki-duk
Il famoso regista coreano Kim Ki-duk è morto a causa del coronavirus in Lettonia, secondo quanto riporta il giornale locale Delfi. Il regista è deceduto per complicazioni legate al virus. Cinuquantanove anni, Leone d'Oro a Venezia, era arrivato in Lettonia il 20 dicembre. Il direttore dell'Art Doc Fest di Riga, Vitalijs Manskis, ha detto che Kim Ki-duk stava per acquistare una casa a Jurmala e richiedere un permesso di soggiorno, ma non si era presentato all'incontro. Successivamente, i suoi colleghi avevano iniziato a cercarlo negli ospedali, riferisce sempre Delfi. La morte del regista è stata confermata anche dalla sua interprete Daria Krutova.
Kim Ki-duk. Cattività e bellezza
Spazio e cattività sono i due temi ricorrenti della sua opera
Mario Monicelli: uno, nessuno, centomila
A 10 anni dalla morte
I giorni disperati del cuore americano
Regista amato e premiato, eroe indimenticato di «Happy Days», Ron Howard presenta a «la Lettura» il suo nuovo film Netflix, «Hillbilly Elegy», in italiano «Elegia americana» come il memoir di J. D. Vance da cui è tratto. «È la storia di un Paese rurale e sconfitto, sopraffatto dai costi di sanità e istruzione, stremato dagli oppiacei, a terra. Conosco quel mondo, vengo dall’Oklahoma. Ma sono ottimista»