Le impronte di Neanderthal nel Covid-19

Cisono due regioni nel genoma umano che aumenterebbero il rischio di ammalarsi di coronavirus in modo serio. Una di queste regioni, sul cromosoma 9, ha a che fare con i gruppi sanguigni: il gruppo A s’assocerebbe a una malattia più severa (lo avevano visto i ricercatori cinesi, lo conferma il «New England Journal of Medicine»).Ma nel genoma c’è una regione più interessante: si trova sul cromosoma 3, è l’eredità dell’incrocio tra Sapiens e Neanderthal. Il più serio fattore di rischio sembra che l’abbiamo ereditato, dice ora una ricerca su«Nature», da questi ultimi. Ecco come

Sì, le razze esistono (solo nelle nostre teste)

Le società umane non limitano rigidamente l’autonomia degli individui come fanno quelle delle formiche, osserva il biologo Mark Moffett, ma impongono regole precise e guardano con sospetto i membri di altre etnie, fino all’orrore di de-umanizzarli. Le nazioni non sono comunità immaginarie create dai media: sono essenziali come le famiglie, anche se non hanno alcuna base genetica. Per questo motivo gli Stati europei restano legati alle loro identità e non si fonderanno mai nell’Unione di Bruxelles

L’Homo narcissus corre verso la rovina

Involuzione «Noi umani non meritiamo di essere chiamati “sapiens”. Siamo solo scimmie egoiste che stanno distruggendo l’ambiente e si stanno condannando da sole all’estinzione», denuncia dall’America il biologo Nicholas P. Money. Il nostro stesso atteggiamento verso il coronavirus lo dimostra: «Gli esperti ci avevano avvisati ma, troppo concentrati sul presente, non siamo stati in grado di pensare al futuro. È lo stesso approccio che abbiamo nei confronti del cambiamento climatico»

L’antenato degli animali

Alcuni ricercatori hanno individuato una nuova specie di organismi elementari(appartenente alla classe dei Coanoflagellati)le cui colonie sono capaci di un comportamento cellulare collettivo in risposta a stimoli ambientali. Ciò richiama i meccanismi della gastrulazione, processo alla base dello sviluppo corporeo di tutti i viventi pluricellulari