L’ antropologa francese Martine Segalen sottolinea: «È un’istituzione in costante mutazione e rinnovamento. Oggi, con la pandemia, emerge anzitutto l’importanza dei legami intergenerazionali»
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Viaggio psichedelico in Amazzonia
Sebastiano Mauri racconta una presa di coscienza attraverso uno sciamano
Noi siamo le guerre che facciamo
La studiosa di Oxford Margaret Mac Millan sostiene che i conflitti non sono incidenti di percorso: «Hanno forgiato il nostro pensiero, il linguaggio, la politica e la società»
La reciprocità è la risorsa da riscoprire
Il tessuto della società può essere ricomposto solo superando la logica utilitaristica
L’invenzione dell’umanità
Un ebreo prussiano, Franz Boas, imparò tra gli inuit a misurarsi con lo sguardo degli altri. In questo modo scoprì la relatività delle culture. Arrivato nel 1886 in America, avviò un vasto filone di studi che mise in luce l’inconsistenza empirica del concetto di razza: non esitò neanche a mandare allievi e allieve a misurare crani tra gli immigrati nelle strade di New York
Anche i senza Stato hanno una patria
Zomia nelle lingue tibeto-birmane significa «genti di montagna»: James Scott usa la parola per indicare una vasta area nel Sudest asiatico dove risiedono popolazioni che per secoli hanno resistito alla domesticazione e all’idea di Stato. Così, per il politologo e antropologo americano, Zomia si fa metafora
Emozioni, pensieri incarnati che colgono la complessità umana
Al centro della politica di chi incita all’odio dell’altro e alla chiusura per creare un rinnovato senso di comunità, come se avere nemici e avere paura fosse l’unico modo di stare insieme
Estinguendo gli animali ci attiriamo i loro virus
Richard Leakey 25 anni fa ha lanciato l’allarme per la scomparsa di troppe specie. Ora avverte: continuare a mettere sotto pressione gli altri esseri viventi provocherà il passaggio di nuovi patogeni dalla fauna all’uomo
Scherzare con i fanti, qualche volta con i santi
Antropologia Le religioni dove convivono il serio e il comico sono quelle più inclusive
L’uomo è diventato più freddo
Negli Stati Uniti la temperatura corporea, rispetto ai 37 gradi del XIX secolo, è calata di 0,59 gradi nei maschi e di 0,32 nelle femmine: merito dell’igiene, del miglioramento del tenore di vita, dei farmaci che riducono le infiammazioni