Il fascismo è stato una recita. Oggi ci risiamo

Lo studioso americano Richard Sennett, una passione per il violoncello, sta preparando un saggio sulla dimensione teatrale della vita pubblica. Non nasconde i suoi timori: «I media digitali hanno aumentato il potere della performance, favorendo l’uso di un linguaggio impoverito. La gente sta perdendo ogni capacità di giudizio, come accade ai prigionieri nel mito platonico della caverna. Temo che in America la vittoria di Biden sia solo una parentesi in una lunga marcia verso l’autoritarismo. Ci sarà presto un altro Trump»

La nazione nella nazione alza la testa

L'America è una polifonia di visioni e di identità. Quella dei discendenti degli schiavi, che denunciano gli abusi di una società spesso ancora razzista (e che Kwame Alexander cerca di esorcizzare con le sue poesie per bambini). Quella della destra religiosa, che si è accontentata di un Trump tutt'altro che santo pur di salvare i propri valori (e che vede in Biden un comunista e in Bergoglio un Papa arreso a gay e abortisti). Quella liberal, che spera ma non si fida della piega che potranno prendere gli eventi