Se il turismo è il petrolio d’Italia, allora dovremmo dire che non è mai troppo. Ma se al turismo non poniamo limiti, da grande risorsa potrebbe trasformarsi presto, a fronte di un vantaggio per alcuni, in un danno per tanti
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La maledizione del fosforo
I fertilizzanti ricchi di questo elemento chimico hanno migliorato i raccolti e permesso di sfamare miliardi di persone. Ma avvelenano fiumi e laghi
Non è la terra che appartiene all’uomo, peccato che fatichiamo ad accettare il contrario
Guerre, sfruttamenti, espropri, mappature: come abbiamo trattato il suolo, da bene comune a proprietà privata. Per Simon Winchester tutto si fondava sul presupposto di risorse inesauribili, rivelatosi palesemente errato
Le favole che ci raccontiamo
La crisi alimentare globale non si risolve con fantasie bucoliche, basate su un presunto idillio tra gli allevatori e i loro animali, ma cercando soluzioni razionali
Il peccato originale della civiltà europea
Lo scrittore e antropologo indiano Amitav Ghosh che mette sotto accusa la logica per cui la Terra non è altro che un ricettacolo di risorse da sfruttare. «Questo atteggiamento verso la natura non è frutto del pensiero meccanicista, ma della violenza scatenata dai colonizzatori sulle regioni conquistate e sui popoli nativi. Serve una nuova cultura dei diritti dei non umani, compresi animali, vegetali, monti e fiumi»
La transizione ci farà diventare noi stessi
Il filosofo Paul B. Preciado ha trovato il suo posto nel mondo (ri)conciliando mente e corpo. L’ architetto Stefano Boeri lavora sul rapporto uomo-ambiente.
Un piccolo passo per l’ambiente
Anche se gli Stati Uniti e l’Europa riuscissero a raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2050, non servirebbe a risolvere la crisi climatica
Cambiamento climatico e disastro ambientale
Un approccio diverso: la “geografia del tempo”
Siamo troppi o troppo pochi?
La questione che attanaglia è: siamo troppi (per conservare l’ambiente) o troppo pochi (per pagare le pensioni)?
Il clima esige leader visionari
L’ allarme di Gaia Vince: tra pochi anni intere parti del pianeta saranno inabitabili per via del riscaldamento globale. E dovremo affrontare gigantesche migrazioni di massa verso regioni più temperate. Bisogna fare in fretta per limitare le emissioni di anidride carbonica e adattarci a un futuro in cui l’ambiente cambierà in maniera radicale. Per progettare un mondo vivibile occorre mobilitare tutte le energie e le tecnologie a nostra disposizione