Gentile Fondazione Roberto Franceschi Onlus,
ho 31 anni e abito a Cesena. Alcuni mesi fa ho comprato un lettore e-book, che da tempo desideravo per la lettura di articoli di giornale estratti da Internet senza bisogno di stamparli: la lettura su schermi tradizionali, quelli di computer e tablet, mi è sempre riuscita difficile rispetto alla carta, mentre con l’inchiostro elettronico degli e-reader mi trovo, ho scoperto, straordinariamente a mio agio.
Proprio nello stesso periodo ho scoperto voi. A partire da un articolo letto chissà dove e che mi ero rimesso a cercare in Internet, il motore di ricerca mi ha portato sulla pagina della vostra newsletter, a cui mi sono iscritto. Da quel giorno, ogni domenica, l’appuntamento con Cogito ergo Sum è diventato una tappa regolare: scelgo in fretta gli articoli che mi attraggono, li giudico quasi solo dal titolo, non mi soffermo troppo: così mi dirigo perlopiù verso i temi che prediligo, ma lascio alla logica delle preferenze personali un margine prezioso di casualità: dai territori inesplorati, lo si voglia o no, arrivano sempre le scoperte migliori.
Di ogni articolo genero un .epub da caricare sull’e-reader: curo i metadata in modo da ritrovare poi tutto sul dispositivo, in ordine, e a poco a poco do corpo a una mia rassegna stampa personale, che deriva dalla vostra e da altri articoli trovati in rete. Cogito ergo Sum funziona infatti anche come punto di partenza per scoprire siti e blog che non conoscevo, nomi che comincio a stimare, temi che non aspettavo; ma anche autori fuori dalle mie corde, argomenti un po’ ostici. È un viavai di leggere-imparare che sfrutta come filtro tutto questo lavorìo di soffermarmi e selezionare e trasformare, un filtro all’insopportabile troppo del web, all’esondazione di informazioni che diversamente mi sovrasterebbero, lasciandomi in testa niente. Scremare aiuta la mente, salva dal web, e Cogito ergo sum mi sta dando una mano.
Perché opposto al rischio della dispersione, il web porta in sé, perfino più sottile, il rischio dell’omofilia, quell’amore per l’uguale che consiste nel circondarci solo delle cose che ci piacciono, dei discorsi che approviamo, delle idee che già sappiamo di condividere. Apparentemente così plurale, la rete permette infatti una tale personalizzazione dei contenuti fruiti, che la spinta a prendere solo dalle fonti che approviamo, dalle voci stimate, dà alla tendenza al pregiudizio proporzioni nuove, ancora più insidiose nel limitare le nostre vedute rispetto a com’era con i giornali, dove incorrere in un’opinione stonata, in un parere scostante, magari giravi pagina e ti capitava, e qualche volta capivi di trovarti un po’ d’accordo anche tu.
Sul web invece, orizzonte infinito di opinioni, riusciamo a cliccare su misura, a circondarci solo di quelle che ci stanno bene, e tanto facilmente che non ce ne accorgiamo. Così però restiamo fermi alle stesse convinzioni di sempre; restiamo fermi a noi.
Selezionare allora, filtrare, scremare, ma anche lasciare un margine al possibile, fidarmi ogni tanto di una voce molesta, un argomento scostante, un pensiero disapprovato, diventa un’operazione tanto feconda quanto delicata, un equilibrio potente di prendere e lasciarmi-prendere tramite cui il mondo dell’informazione forse può tornare a dirmi qualcosa, contribuire alla mia crescita. E regalarmi qualche scoperta, un imprevisto, una conferma; una smentita.
Il mio invito è a continuare con Cogito questo vostro operato di rassegna, cernita, valutazione delle idee, restando il più possibile eclettici e multidisciplinari: geopolitica, scienza, filosofia, società, arti, una copertura a pieno spettro delle idee e dei problemi che animano le persone. Senza dimenticare, ogni tanto, di saltare anche verso autori meno esplorati, magari meno graditi; pur sempre capaci, tuttavia, di costruire in modo appassionato le ragioni del loro pensiero.
Michele Bartoletti Stella
Cesena (FC)
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