Abstract
Studio del contesto territoriale e sociale del settore logistico di Stradella attraverso il caso studio della Città del Libro
Promosso da: AGCI Nazionale Settore Servizi Logistica
e AGCI Lombardia.
A cura di: Fondazione Roberto Franceschi Onlus
Negli ultimi 20 anni il settore logistico, inteso come attività di distribuzione e rifornimento di merci, ha visto un notevole sviluppo: nel 2021 la logistica in Italia ha raggiunto un fatturato di 86 miliardi di euro. In particolare, la Regione Logistica Milanese (RML), un’area che comprende le province di Milano, Lodi, Piacenza, Pavia, Novara, Varese, Lecco, Como e Bergamo, è diventato il crocevia più importante del sistema italiano delle relazioni economiche internazionali. Con lo sviluppo ed evoluzione di questo settore, tuttavia, sono emerse diverse problematiche, tra cui l’impatto territoriale e le condizioni di lavoro all’interno dei magazzini logistici. Nella narrazione effettuata dai media, la logistica è stata rappresentato come un settore di sfruttamento intensivo dei lavoratori con basse retribuzioni, assenza di diritti elementari, illegalità diffusa, evasione fiscale e contributiva.
In questo contesto, abbiamo condotto un’analisi approfondita e scientificamente rigorosa, che ci ha permesso di analizzare e comprendere le diverse sfaccettature di questo settore. Attraverso un’indagine sociale e urbanistica, abbiamo analizzato il caso del magazzino logistico della Città del Libro di Stradella in termini di impatto territoriale, condizioni di lavoro all’interno dello stabilimento e ruolo svolto dal sistema cooperativo. Ne è emerso un quadro composito e cioè di un settore altamente complesso in cui operare, dove è possibile mantenere degli standard di lavoro decorosi e il sistema cooperativo ha la potenzialità di svolgere un ruolo positivo. Il caso della Città del Libro mostra come le cooperative operanti nel settore logistico non siano, come descritto nella narrazione dominante, delle “agenzie della precarietà” – improntate alla dequalificazione del lavoratore e al disinteresse rispetto alle condizioni di lavoro-, ma possano rappresentare una professionalità di alto profilo, operare anche in regime di spiccata flessibilità, conformemente alla normativa vigente, con un’apertura nei confronti dei sindacati e rispettando il valore mutualistico che vi è alla base della nozione di cooperazione. Certamente, vi è un margine di miglioramento, che dovrebbe essere preso in considerazione da tutti gli attori che operano nella logistica, dai committenti agli operatori cui sono affidati in gestione le attività, quindi alle cooperative ma anche a società di capitale e dagli enti di governo e di controllo e dalle pubbliche amministrazioni che operano su più livelli, tramite interventi strutturali in loco e a livello nazionale con verifiche ex ante sugli operatori ed ex post sulla gestione degli appalti.
Questo rapporto è stato redatto da Roberta Alidori. Si ringrazia Andrea Noseda per i contributi dati in fase di elaborazione e stesura del rapporto. Si ringrazia Codici Ricerca e Intervento per la realizzazione, le analisi e la redazione del capitolo 4, in particolare Simona Colucci, Jacopo Lareno Faccini e Paolo Maneo. Per ulteriori informazioni sui temi trattati in questa pubblicazione rivolgersi all’indirizzo fondazione@fondfranceschi.it. Questo rapporto è soggetto a copyright ma il testo può essere usato gratuitamente a fini di attività di campagne di opinione, formazione e ricerca, a condizione che venga citata integralmente la fonte. Il titolare del diritto d’autore chiede che ogni utilizzo gli sia notificato. Per l’utilizzo in altre pubblicazioni, la traduzione o l’adattamento deve essere richiesta un’autorizzazione: fondazione@fondfranceschi.it.
Si ringraziano CMA CGM, CEVA Logistics, GSL Srl, FiltCGIL, FitCISL, UIL Trasporti, SiCobas, Comune di Stradella, i soci lavoratori di Gea Società Cooperativa per la disponibilità data durante l’indagine sul campo. Infine, si ringraziano la professoressa Valeria Cirillo, il professore Carlo Devillanova e la dottoressa Sabina Siniscalchi per la consulenza scientifica.
Foto di Cesare Lopopolo
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