Editoriale del Coordinamento del Gruppo CRC
La terza edizione del Rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia – I dati regione per regione”, redatto con cadenza triennale dal Gruppo di lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Gruppo CRC), conferma l’allarme già lanciato nelle precedenti edizioni: le persone di minore età si trovano oggi a crescere in un Paese caratterizzato da importanti disuguaglianze territoriali, che non possono più essere semplificate solamente con la storica e cronicizzata differenza tra il Nord e il Sud del Paese, ma abbracciano tutte le regioni al cui interno si rilevano disparità anche rispetto ai servizi afferenti all’infanzia e adolescenza.
La fotografia che emerge dalla lettura del Rapporto Regionale, che contiene una raccolta dei principali dati disponibili sull’infanzia e l’adolescenza disaggregati su base regionale, preoccupa e soprattutto mette in evidenza come in questi ultimi tre anni in molti degli indicatori considerati la situazione non sia migliorata. Tutte le regioni hanno un tasso di natalità in diminuzione e la popolazione minorile è in calo a livello nazionale e in tutte le regioni senza eccezioni; il dato sulla povertà relativa delle persone di minore età è cresciuto a livello nazionale ed è aumentato in ben 10 regioni, mentre diminuisce la percentuale di ragazze e ragazzi che nel tempo libero praticano sport. È invece in aumento a livello nazionale il numero di posti nei servizi socio-educativi per la prima infanzia per 100 bambini di 0-2 anni, è in calo la percentuale degli Early school leavers, così come è in calo la mortalità infantile, ma in tutti in questi casi permangono sempre troppe differenze su base regionale.
I dati raccolti si affiancano all’analisi elaborata nei Rapporti di aggiornamento annuale sull’attuazione della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC) in Italia che il Gruppo CRC pubblica regolarmente. Partendo infatti da quest’ultima pubblicazione, sono stati individuati sette raggruppamenti tematici e per ognuno di essi è stato individuato un set di indicatori (sono in totale più di 160), che rappresentano i principali dati ad oggi disponibili a livello regionale, in alcuni casi anche inediti in quanto sono stati disaggregati su base regionale proprio ai fini della pubblicazione, grazie alla collaborazione di ISTAT e delle principali amministrazioni.
Il Rapporto ha l’obiettivo di favorire la riflessione e lo sviluppo di politiche e programmi volti a promuovere i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza a livello territoriale e ad aprire un confronto con le istituzioni locali. Con tale finalità le associazioni del Gruppo CRC stanno pianificando per il primo semestre del prossimo anno 14 presentazioni regionali.
Con questo lavoro le associazioni del Gruppo CRC intendono contribuire e stimolare un processo che porti ad una maggiore conoscenza e consapevolezza delle condizioni dell’infanzia e dell’adolescenza nei singoli territori, e conseguentemente a superare le disparità che si fanno sempre più acute.
L’auspicio è che questo Rapporto possa essere una risorsa ed uno strumento di lavoro utile a promuovere riflessioni in grado di tradursi in politiche e programmi capaci di rimuovere le disuguaglianze su base regionale e garantire quindi a tutte le bambine e i bambini, a prescindere dal territorio in cui vivono, uguali opportunità di crescita.
1. Dati demografici
L’area tematica dati demografici fornisce una fotografia delle tendenze socio-demografiche in corso, confermando il problema correlato alla denatalità che attraversa in modo diffuso tutto il Paese: il tasso di natalità (la media nazionale si attesta al 6,4 mentre era 6,8 nel precedente Rapporto) è in calo in tutte le regioni e la Sardegna con 4,6 si conferma la regione con il tasso più basso. Anche la percentuale dei minorenni rispetto al totale della popolazione è in calo a livello nazionale (media nazionale 15,1%, era 15,7% nel precedente Rapporto) e in tutte le regioni senza eccezione. Infatti, Sardegna (12,7%), Liguria (13,1%), Molise (13,2%) e Umbria (13,3%) sono le regioni con la percentuale più bassa, mentre Provincia di Bolzano (18,4%), Campania (16,8%), Provincia di Trento (16,3%) e Sicilia (16,1%) sono quelle con la percentuale più alta. Le famiglie con 5 o più componenti sono in crescita solo in Emilia-Romagna e nella Provincia di Trento, mentre i nuclei familiari monogenitoriali sono in aumento in tutte le regioni tranne che in Basilicata, Lazio, Piemonte, Puglia, Sardegna e Veneto (in Campania il dato rimane uguale al precedente Rapporto).
2. Risorse dedicate all’infanzia e all’adolescenza
Nell’area tematica risorse dedicate all’infanzia e all’adolescenza sono stati considerati: i finanziamenti europei del PON scuola che hanno un sistema di monitoraggio disaggregato per regione; i fondi nazionali che hanno una stretta attinenza con le persone di minore età, ed in particolare: il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali (FNPS) che passa dai 381.983.592 euro del 2020 ai 385.925.678 euro del 2023, di cui il 50% è vincolato per minori e famiglia; il Fondo per le Politiche della Famiglia, che per il 2023 ammonta a 30.000.000 euro (era 25.650.445 nel 2021); il Fondo nazionale per il sistema integrato zerosei, che ammonta nel 2024 a 281.905.490 euro (rispetto ai 307.500.000 euro del 2021). In continuità con il precedente Rapporto è stato poi incluso il dato sulla spesa dei comuni per interventi e servizi sociali per l’area famiglia e minori e la spesa per servizi educativi alla prima infanzia. Nella consapevolezza che si tratta di dati limitati, è stato ritenuto importante mantenere comunque un focus sulle risorse economiche dedicate all’infanzia, anche in considerazione della difficoltà di individuare il budget dedicato a livello regionale per l’infanzia e l’adolescenza.
3. Povertà materiale ed educativa
La terza area contiene indicatori sulla povertà materiale ed educativa. Il dato sulla povertà relativa delle persone di minore età nel 2022 sale a livello nazionale (22,2 % rispetto a 20, 4% del precedente Rapporto) ed aumenta in ben 10 regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto), con forti differenze che attestano la Calabria la regione con la percentuale più alta (44,9%), seguita dal Molise (42,1%) e dalla Campania (37,1%). L’abitudine alla lettura nel tempo libero riguarda il 52,4% dei ragazzi e delle ragazze tra i 6 e i 17 anni: Sicilia (29,0%), Campania (35,4%) e Calabria (36,7%) si attestano le regioni con il tasso più basso, all’opposto si posizionano la Provincia di Trento (72,6%) e la Toscana (63,9%).
La percentuale di ragazzi e ragazze che nel tempo libero praticano sport scende a livello nazionale al 57,8%: le percentuali più basse in Campania (-15,9 punti percentuali rispetto alla media nazionale) e in Sicilia (-15,6 punti percentuali); mentre le più alte in Valle D’Aosta (+ 19 punti), Liguria (+ 12,9 punti) e Provincia di Bolzano (+12,1 punti).
Rispetto alla povertà educativa digitale la percentuale di famiglie che dispongono di internet da casa supera ormai il 95% in tutte le regioni (media nazionale 98,6%), mentre i ragazzi e le ragazze tra 6 e 17 anni che hanno almeno un PC/tablet e una connessione a internet, raggiunge la media nazionale del 90,5%, ma l’Abruzzo, la Calabria, la Campania, la Puglia e la Sicilia si attestano invece sotto la media italiana.
4. Ambiente familiare e misure alternative
L’area Ambiente familiare e le misure alternative contiene, come per la passata edizione, alcuni indicatori connessi al supporto alla genitorialità, ed anche se forniscono una fotografia parziale si è ritenuto importante inserirli per mantenere l’attenzione su un aspetto così importante. In particolare, il Dipartimento per le Politiche della Famiglia ha aggiornato la mappatura dei Centri per la Famiglia presenti in Italia (536 rispetto ai 508 del precedente Rapporto), esercizio utile ai fini di monitorarne la diffusione sul territorio nella consapevolezza che l’identità di questi servizi non è omogenea tra le diverse regioni rendendo così complessa una reale comparazione.
Le informazioni relative al numero delle persone di minore età che vivono fuori della propria famiglia di origine e che sono inserite in percorsi di affidamento familiare o in comunità di accoglienza sono state finalmente aggiornate grazie alla piena implementazione, dal 2022, del Sistema Informativo dell’Offerta dei Servizi Sociali (SIOSS), quale sistema nazionale di raccolta dati e informazioni sui minorenni in affidamento familiare e nei servizi residenziali. I dati raccolti dal SIOSS si inseriscono nella serie storica dei dati realizzata in precedenza, ma con alcune differenze metodologiche e di contenuto che non consentono la comparazione rispetto a tutti gli indicatori che erano stati selezionati nella precedente edizione. Per l’affidamento familiare il tasso per mille residente è di 1,4 (come era nel 2014), con la Campania (0,8) che ha il tasso più basso, mentre la Liguria e il Piemonte con 2,2 si confermano le regioni con il tasso più alto. Per quanto riguarda invece le comunità di accoglienza, il tasso è aumentato al 2,1 con Liguria (3,9) e Basilicata (3) che hanno il tasso più alto e Toscana (1,3), Veneto (1,3) e Lazio (1,6) quello più basso. È ora disponibile anche il dato relativo alla percentuale di minorenni in affidamento familiare con disabilità, disturbi e BES che a livello nazionale è del 13,8%, con forti differenze regionali che vanno da 30,7% in Sardegna e 22,3% in Piemonte, al 2,7% in Basilicata. Anche per quanto riguarda la percentuale di minorenni accolti nei servizi residenziali con disabilità, disturbi e BES (8,5% il valore a livello nazionale) ci sono forti differenze regionali che vanno dal 2% in Liguria, 2,5% in Friuli-Venezia Giulia e 3% nelle Marche al 24% in Veneto, 20,5% a Bolzano, 17% in Sardegna e 14,6% in Piemonte.
Le dichiarazioni di adottabilità delle persone di minore età per l’adozione nazionale sono state 873 nel 2022, e dunque in calo rispetto alle precedenti edizioni (1237 nel 2019 e 1199 nel 2016), e le tre regioni che registrano il maggior numero sono la Puglia (121, il 13,9% del totale), la Sardegna (110, il 12,6% del totale) e la Sicilia (100, l’11,5% del totale). Con riferimento all’adozione internazionale i minorenni per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia sono stati 698 nel 2022 (erano 1205 nel 2019 e 1874 nel 2016), con un andamento decisamente in calo, anche nelle regioni con il maggior numero di ingressi (Campania 106, Lombardia 94, Toscana 73).
Infine, rispetto alle persone di minore età con un genitore detenuto non è disponibile il dato dei detenuti con figli minorenni, ma sono stati comunque inseriti degli indicatori utili per attenzionare il fenomeno: la percentuale colloqui con minori sul totale colloqui è del 19,8% a livello nazionale, la Calabria con 32,6% e l’Umbria con 28,3% si confermano le regioni con la percentuale più alta.
5. Educazione
Nella quinta area tematica sono ripresi alcuni temi trattati nel capitolo del Rapporto CRC Educazione, gioco e attività culturali.
La serie di indicatori relativi ai servizi educativi per la prima infanzia mette in evidenza il dato relativo al numero di posti nei servizi socio-educativi per la prima infanzia per 100 bambini di 0-2 anni che è in aumento a livello nazionale (30% di cui 14,3% a titolarità pubblica; era 26,9% nella seconda edizione, e 22,8 % nella prima edizione), e in tutte le regioni tranne Molise e Valle d’Aosta, anche se con forti differenze regionali. Superano la soglia del 33% l’Emilia-Romagna, il Friuli-Venezia Giulia, il Lazio, la Liguria, la Lombardia, le Marche, la Sardegna, la Toscana, la Provincia di Trento, la Valle D’Aosta e il Veneto e solo l’Umbria supera il 45% (46,5%), mentre all’opposto la Campania (13,2%) e la Sicilia (13,9%) sono le regioni con la percentuale più bassa sotto il 15%.
Rispetto alla scuola dell’infanzia, la percentuale di bambini di 4-5 anni che frequentano la scuola dell’infanzia o il primo anno di scuola primaria sul totale dei bambini di 4-5 anni, scende al 94%, e solo il Lazio (88,9%) ha una percentuale inferiore al 90%, mentre la più alta è la Campania con 98,3%. Il dato degli iscritti alle sezioni antimeridiane scende a livello nazionale a 9,30%, ma con forti differenze regionali: la Puglia (20,6%) e la Sicilia (43,90%) si confermano le regioni con le percentuali più alte e un trend in crescita.
La percentuale di alunni della scuola primaria che usufruiscono del servizio mensa sale al 57,50%, ma permangono enormi differenze territoriali (Sicilia 12,70%, Puglia 18,50% e Campania 24% non raggiungono il 25%).
Come per la passata edizione uno specifico approfondimento ha riguardato il diritto all’istruzione per gli alunni con disabilità che sono dati preziosi per dare contezza numerica di un gruppo vulnerabile su cui non sono disponibili molti dati: gli alunni che frequentano le scuole dell’infanzia statali a livello nazionale sono 22.437, che diventano 116.131 nella scuola primaria statale (in alcune Regioni gli alunni con disabilità nel passaggio dalla scuola infanzia statale alla primaria statale sono più che quadruplicati come in Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto).
Gli alunni stranieri rappresentano l’11,2% della popolazione scolastica, di cui il 65,40% nati in Italia (18,43% in Emilia-Romagna, di cui 68,70% nati in Italia; 17,13% in Lombardia di cui 68,20% nati in Italia).
Resta la sezione su abbandoni scolastici e competenze degli studenti: gli Early school leavers sono in calo a livello nazionale (10,5%) e in quasi tutte le regioni tranne che in Abruzzo, Sardegna e nelle Province di Bolzano e di Trento.
La sezione relativa alla sicurezza nelle scuole registra un andamento in calo rispetto al certificato di agibilità e permangono situazioni molto critiche come in Sicilia in cui è inferiore di 15,85 punti rispetto alla media, Sardegna inferiore di 21,91 punti, e Lazio inferiore di 24,14 punti.
6. Salute e servizi di base
Nell’ambito della salute e servizi sanitari, la Provincia di Trento con 84,6 anni e la Provincia di Bolzano con 84,1 anni hanno la speranza di vita alla nascita più elevata, seguite dalla Lombardia 83,9 anni (media nazionale 83,1), mentre la regione con il dato più basso è la Campania con 81,4 anni. Nella sezione viene data rilevanza a dati primari quali la mortalità infantile che è in diminuzione a livello nazionale con 2,57‰ (era 2,88‰ nel precedente Rapporto), ma in aumento in 6 regioni (Calabria, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Marche, Molise) e con la Calabria che si conferma la regione con la percentuale più alta 4,16‰, seguita da Sicilia 3,89‰, Liguria 3,27‰ e Campania 3,11‰, mentre l’Umbria ha il tasso più basso (1,15‰); la percentuale di bambine e bambini obesi e gravemente obesi è in aumento a livello nazionale passando da 9,4% a 9,8%, con Campania (18,6%), Calabria (15,5%) e Puglia (14,8%) che si confermano le regioni con le percentuali più elevate, mentre le Province di Bolzano (3%) e di Trento (3,9%) e Lombardia (6,1%), Sardegna (6,7%) e Veneto (6,9%) quelle con la percentuale più bassa. Il numero di parti cesarei è in diminuzione (30,9% rispetto a 31,7%), ma rimangono forti differenze regionali con la percentuale più elevata in Campania con 48,6% (ben 17,7 punti sopra la media nazionale) ed a seguire Sicilia (39,6%), Puglia (37,9%), e Lazio (36,5%), all’opposto la Toscana con il 18,3%.
La percentuale di punti nascita con meno di 500 parti all’anno è stabile a livello nazionale, ma subisce un aumento in Abruzzo, Campania, Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto; in Campania il 43,6% dei parti sono avvenuti in punti nascita accreditati contro una media nazionale del 10,8%, seguita dal Lazio 18,5%; i posti letto di ricovero ordinario NPIA passano da 394 a 401, di cui 97 nella sola Lombardia, seguita con un forte divario da Lazio (50), Toscana (48), Sicilia (31), mentre in diverse regioni non ci sono posti; la mobilità ospedaliera interregionale è pressoché stabile (9,5% rispetto a 9,4% della precedente edizione), ma con forte differenze regionali che vanno da 28,5% in Liguria a 2,5% in Sicilia.
Il numero dei medici pediatri è calato di 446 unità dal precedente Rapporto (sono 6962 di cui 1108 in Lombardia, 724 in Campania, 763 nel Lazio e 629 in Sicilia), ed è in calo in tutte le regioni ad eccezione della sola Toscana.
Sono poi stati raccolti dati sulle coperture vaccinali: la copertura nazionale della Polio a 36 mesi nel 2022 scende al 95% (era 96,17%) con la Provincia di Bolzano che ha il valore più basso 84,4%; seguita da Liguria e Sicilia entrambe con 91,8%: anche la copertura per il Morbillo a 36 mesi subisce una lieve diminuzione a livello nazionale (nel 2022 95% era 95,2%): la Provincia di Bolzano anche in questo caso ha il valore più basso con 84,7% seguita da Liguria 91,3% e Calabria 91,4%.
Rispetto al tema dell’ambiente, il numero di stazioni che hanno registrato medie di PM 2,5 superiori a 10 microgrammi/m3 superiore alla media nazionale, che è di 76,2 (era 81,9 nel precedente Rapporto), sono Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana, Province di Bolzano e di Trento, Umbria e Veneto, mentre all’opposto la Sardegna con 12,5. In questa edizione è stato aggiunto anche il dato relativo alla percentuale di bambine, bambini, ragazze e ragazzi fino a 17 anni che vanno a scuola solo con i mezzi pubblici (la media nazionale 2022-2023 è 19%), con la Campania che ha la percentuale più bassa (11,5%) e la Provincia di Trento (42,5%) e il Friuli-Venezia Giulia (30%) quella più alta. Non ci sono dati aggiornati rispetto ai consultori familiari ed allattamento (tranne che per Abruzzo, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Marche, Provincia di Bolzano e Veneto).
7. Protezione
L’ultima area tematica affrontata è quella relativa alla Protezione che non corrisponde propriamente ad un capitolo del Rapporto CRC, ma si riferisce ai dati relativi ai temi affrontati nei capitoli “Misure speciali per la tutela dei minorenni” e “Violenza contro i bambini”.
Sono stati quindi inclusi i dati relativi ai minori stranieri non accompagnati – MSNA, in questa edizione disaggregati anche rispetto al genere, che evidenziano un netto aumento a livello nazionale e in quasi tutte le Regioni: la Sicilia con 5.055 MSNA e il 26,31% sul totale è la Regione con la più alta percentuale di MSNA seguita dalla Lombardia (12,75%), dalla Campania (8,24%) e dall’Emilia-Romagna (8,09%), mentre le uniche due regioni in calo sono il Friuli-Venezia Giulia 3,55% (era 10,65 %) e la Puglia 3,93% (era 11,59%), che erano invece le uniche due regioni con un trend in crescita nel precedente Rapporto.
I dati relativi ai minori inseriti nel circuito della giustizia minorile mettono in evidenza un netto aumento dei minorenni di 14-17 anni in istituto penale che sono più che raddoppiati passando da 139 nel 2021 a 311 nel 2024. Il numero più alto è in Campania con 48 detenuti (erano 20 nel 2021), Lombardia 44 (erano 23), Sicilia 40 (erano 17) e Piemonte 39 (erano 18).
Rispetto ai minori vittime di abuso e di maltrattamento, come per la passata edizione gli unici dati disponibili sono quelle elaborati dal Servizio Analisi Criminale, della Direzione Centrale della Polizia Criminale, per una serie di reati. Abbiamo quindi ritenuto importante continuare ad includere questi dati, nella consapevolezza che forniscono solo uno sguardo parziale sul fenomeno. In particolare, si nota che per i reati per maltrattamento contro familiari e conviventi segnalati sono 25.260 nel 2023 rispetto ai 21.709 del 2020, con un trend in crescita sia a livello nazionale che in tutte le regioni, ad eccezione di Abruzzo, Basilicata, Molise e Sardegna.
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