Ombra di tutti
Un progetto di Patrizio Raso intorno al Monumento a Roberto Franceschi
Ombra di tutti è la nuova fase del progetto Dall’Ombra dell’artista Patrizio Raso intorno al Monumento a Roberto Franceschi, che ha avuto inizio nel 2020 in collaborazione con la Fondazione Roberto Franceschi Onlus.
Con Ombra di tutti si intende “dare corpo” all’ombra del monumento, immaginando la materia d’ombra come un particolare tappeto tessuto da un intreccio di vestiti che l’artista intende raccogliere da tutti coloro che vorranno donarli, per intrecciarli insieme a quelli di Roberto Franceschi.
Ogni persona è chiamata a pensare a quei tessuti che l’hanno accompagnata in momenti significativi della propria esistenza. Vestiti e stoffe di cui conosciamo il vissuto e di cui possiamo testimoniare il valore.
L’artista chiede ai partecipanti anche la narrazione di vicende e vissuti che motivano la donazione. Questi racconti guideranno il lavoro di composizione e intrecciatura nel processo di tessitura dell’opera, determinando esiti mirati. Ne risulterà una superficie complessa, un ibrido parzialmente indossabile, una superficie ricca su cui sostare. Alcuni abiti, fuoriuscendo in parte dalla tessitura del tappeto, resteranno “abitabili” da una o più persone insieme, da altri nuovi testimoni.
L’intreccio mette insieme passato e presente per costituire “un’ombra” trasportabile che possa interagire con i luoghi e le persone, costruendo ogni volta, anche in modo estemporaneo, nuovi spazi narrativi e di dialogo. Dall’Ombra del Monumento a Roberto Franceschi emergono storie e fatti che superano la vicenda del singolo. Un’ombra più ampia, di tutti, per agire la memoria di un paese che ricorda, resiste e determina un presidio di giustizia e democrazia.
Domenica 26 settembre 2021 davanti al Monumento a Roberto Franceschi è iniziata l’azione di raccolta di tessuti e storie con un appuntamento che ha avuto il patrocinio del Comune di Milano e del Comune di Monno (BS).
FOTOGRAFIE DI CESARE LOPOPOLO
L’azione prosegue in altri luoghi con il coinvolgimento di realtà locali dell’intero territorio nazionale. A Monno, in Valcamonica, si svolge la complessa operazione di assemblaggio e tessitura del tappeto, seguendo la tradizionale tecnica di lavorazione del pezzotto, in collaborazione con l’artigiana Gina Melotti, con la quale Patrizio Raso ha già lavorato in ritratti reali, progetto sviluppato dall’artista per Aperto_Art On The Border 2019, con la direzione di Giorgio Azzoni.
Nei prossimi mesi sarà possibile contribuire all’iniziativa partecipando agli appuntamenti che saranno programmati o inviando storie e tessuti (corredati da un testo scritto a mano che motivi la donazione) presso:
Fondazione Roberto Franceschi Onlus – Via Emilio de Marchi, 8 – 20125 Milano.
Dall’Ombra è un progetto di ricerca di Patrizio Raso intorno al Monumento a Roberto Franceschi, che intende indagare e discutere forma e senso dell’oggetto monumentale per vederlo e significarlo di nuovo nel presente. Vedere nell’ombra implica il desiderio di individuare il sospeso e l’irrisolto. L’indagine parte quindi dalla storia e dalla necessità del monumento, per poi agire sul reale. L’attenzione ricade su un presente che non perde la memoria, ma la esercita per una trasformazione che incrocia i bisogni della comunità.
Dall’Ombra di Patrizio Raso ha avuto inizio nel 2020 come parte di Hacking Monuments, un progetto di Simona Da Pozzo vincitore della Call for Ideas Urban Factor promossa dal Comune di Milano e da Triennale Milano. L’artista ha coinvolto le ricercatrici Sofia Anni, Mariapia Mendola, Valentina Rotondi e i ricercatori Giacomo Battiston, Samuele Davide Molli, sostenuti dalla Fondazione Roberto Franceschi Onlus, per una serie di azioni di analisi e incontri con i cittadini sul tema delle migrazioni che si sono svolte alla fine di agosto in diretta streaming da diversi luoghi della città. Nella prima fase del progetto Dall’Ombra, Patrizio Raso ha inoltre realizzato una serie fotografica di ritratti nell’ombra. I membri della Fondazione Roberto Franceschi Onlus, le ricercatrici e i ricercatori coinvolti, appaiono sulla strada soli, in piedi nell’ombra che li unisce al monumento.
Il 16 gennaio del 2021, nell’ambito dello stesso progetto, si è svolto Ci vediamo al monumento! con il patrocinio del Comune di Milano e Media Partner Radio Popolare. L’artista ha ripreso l’idea della serie fotografica, coinvolgendo tutti coloro che si sono presentati all’appuntamento per essere fotografati con il monumento e volerne assumere l’impegno politico e sociale.
Nato a Polistena (RC) nel 1978, vive e lavora a Milano. La ricerca artistica dell’artista nasce dall’esperienza della pittura e del disegno. Dal 2005 al 2009 organizza in Calabria Spaventamafiosi, un laboratorio che coinvolge i cittadini in azioni collettive a tutela dell’immaginario civile. Nel 2010 crea BAUBAUS, con cui organizza numerosi laboratori serali aperti, negli spazi espositivi dell’Associazione Careof. Il gruppo indaga pratiche artistiche in cui il disegno è mezzo esperienziale di osservazione per una ricerca azione accessibile a tutti. Dal 2015 collabora con il gruppo Wurmkos. Nel 2016, con Pasquale Campanella e Monica Sgrò dà avvio a Educational Art, un progetto che unisce pratiche artistiche e sperimentazioni pedagogiche, sviluppando nuove metodologie didattiche e modelli alternativi alle istituzioni scolastiche. È nella redazione collettiva di Fuoriregistro, quaderno di studi tra arte contemporanea e pedagogia, edito da Boîte.
mostre selezionate
2019 Ritratti reali, mostra a conclusione della residenza artistica a Monno BS per il progetto Aperto Art On_The Board direttore artistico Giorgio Azzoni, Oratorio Don Rinaldo Rodella, Monno (BS); Resistenza Resilienza, a cura di Gaia Bindi, Piero Gilardi, Wurmkos, Berta, PAV parco arte vivente, Torino; Educational Art, Inchiesta, workshop, Liceo Artistico Caravaggio, Milano.
2018 Patrizio Raso/Baubaus, Una sedia per guardarsi, in Unlearning Barcelona a cura di Maria Rosa Sossai, Istituto Italiano di Cultura, Barcellona (Spagna); Patrizio Raso/Baubaus, Quarta stanza, Nesxt Indipendent Art Festival-Torino; Patrizio Raso, Fuori Luogo, a cura di Lori Adragna e Andrea Kantos, Border Crossing, MANIFESTA 12, Palermo; Patrizio Raso/Baubaus, Dal segno degli altri, a cura di Museo Wunderkammer, Spazio Archeologico del Sas, Trento.
2017 Patrizio Raso Baubaus, Un’ora per guardarsi, in Vivere Insieme, a cura di Maria Rosa Sossai, Fabbrica del Vapore/ C.I.Q., Milano; The Art of the Process. Entrepreneurs in Albania, a cura di Valentina Bonizzi, COD – Center For Openness And Dialogue, Tirana (Albania); Wurmkos La Passione del grano, a cura di Marco Scotini, PAV_parco arte vivente, Torino.
2016 Wurmkos, L.A.M., Dipartimento Educazione Fondazione Merz, Animale, a cura di Gabi Scardi, Rocca di San Giorgio, Orzinuovi (BS); Patrizio Raso/Baubaus, Qui non si dorme mai, l’arte oltre l’orario d’ufficio, Careof – DOCVA, Milano.
2015 Pensione Macao, a cura di MuseoTeo, MACAO, Milano.
2013 Patrizio Raso, DELOCATION, ViArtis sulle rotte mediterranee, Anfiteatro Arena dello Stretto, Reggio Calabria.
Nel 1977 un maglio di acciaio alto sette metri fu collocato, su iniziativa del Movimento Studentesco, in via Bocconi a Milano, nel luogo in cui lo studente Roberto Franceschi il 23 gennaio 1973 era stato colpito a morte dalla polizia che quella sera presidiava l’Università.
Il maglio fu scelto al termine di un lungo ed eccezionale processo di elaborazione collettiva da parte del mondo artistico milanese, in cui fu fondamentale il contributo di Enzo Mari. Ai piedi dell’opera è posta una targa di bronzo che riporta la scritta: “A Roberto Franceschi e a tutti coloro che nella Nuova Resistenza dal ’45 ad oggi caddero nella lotta per affermare che i mezzi di produzione devono appartenere al proletariato”.
La storia del monumento è raccontata dai Professori Francesco Poli e Ezio Rovida nel libro Che cos’è un monumento, disponibile gratuitamente come ebook sul sito www.fondfranceschi.it.
Il maglio è stato ufficializzato come monumento cittadino il 23 gennaio 2013, nel 40° anniversario dell’uccisione di Franceschi, dall’allora Sindaco di Milano Giuliano Pisapia con queste parole: “Oggi i milanesi diventano proprietari di un segno di memoria e di pace: il monumento a Roberto Franceschi trasforma il luogo della sua morte in una sorgente di speranza e di impegno”.