Art. 1 L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Le frasi che aprono la Costituzione indicano immediatamente i tratti distintivi dell’Italia.
È, in primo luogo, una Repubblica, ossia uno Stato in cui gli organi di governo sono scelti dal popolo e non c’è un Sovrano che ottiene il potere per via ereditaria. La scelta di trasformare l’Italia da monarchia a repubblica è stata presa dai cittadini italiani nel referendum del 2 giugno 1946.
È, quindi, democratica: le decisioni che coinvolgono tutti non possono essere prese da poche persone, ma devono essere condivise dalla maggioranza dei cittadini, i quali possono esprimersi in via indiretta (eleggendo dei rappresentanti in Parlamento che compiano la gran parte delle scelte) o in via diretta (per mezzo di strumenti come il referendum, le leggi di iniziativa popolare, la petizione). Tuttavia, come la storia immediatamente precedente alla Costituzione ha mostrato, è possibile che le maggioranze esercitino con prepotenza il loro potere, prevaricando le minoranze. Per questo la Costituzione prevede forme e limiti all’esercizio della sovranità (i diritti fondamentali, il principio di eguaglianza, la divisione dei poteri e l’indipendenza della magistratura) in modo da garantire a tutti di vivere, anche se in minoranza, in un Paese accogliente.
La Repubblica è, infine, fondata sul lavoro: nella società delineata dalla Costituzione nessuno può più vantare titoli di merito che non siano fondati sul contributo che egli sceglie di dare, secondo le proprie possibilità, al progresso e al benessere della società.
Il commento all’articolo è tratto dal libro “Una lettura guidata della Carta costituzionale”, a cura di Alessandro Basilico con la collaborazione di Gherardo Colombo, progettato e pubblicato dalla Fondazione Roberto Franceschi Onlus per le scuole e la cittadinanza.