Ciò che però non è più ammissibile è il perdurare di un lungo ritardo, che isola l’Italia nel panorama europeo e lascia senza riconoscimento e tutela coppie di persone che hanno diritto di ottenere l’uno e l’altra.
Questa sentenza indica che una cosa è il fenomeno sociale, politico e umanitario che gli Stati devono affrontare, altra cosa è la dimensione individuale delle vicende che riguardano persone.
Più che le qualità professionali dei nuovi direttori dei grandi musei italiani, ha avuto spazio, nei titoli dei giornali e nel dibattito, il fatto che 7 su 20 sono «stranieri».
La debolezza dell’Unione europea e le critiche che essa merita non dovrebbero far dimenticare che, dopo secoli di guerre europee, da settant’anni viviamo in pace.