Ma il Sud di più: si desertifica L'Istat pubblica le stime sugli abitanti del paese nel 2070. Mentre nel Settentrione l'immigrazione compensa in parte la denatalità, nel Sud anche il saldo dei trasferimenti è negativo: si prospetta un calo del 33%.
I numeri del primo censimento permanente annuale dell’Istat hanno ridimensionato la popolazione italiana. Il covid ha provocato una strage. La somma di questi due dati induce preoccupazione sulla tenuta demografica delle metropoli, alcune destinate a scomparire in pochi decenni se non si capovolge la direzione. L'area urbana messa peggio è quella del capoluogo etneo. Perciò abbiamo chiamato il comune per chiedere come affronta la situazione
Nei mesi di novembre e dicembre del 2020, condizionati dall’effetto Covid, le nascite sono calate del 9 per cento. La popolazione del nostro Paese, sempre più anziana, potrebbe dimezzarsi alla fine del secolo per la mancanza di ricambio. E il tempo per rimediare sta scadendo, anche perché l’inquinamento chimico fa diminuire gli spermatozoi, come dimostra un saggio pubblicato negli Stati Uniti
Le previsioni dell’Onu indicano che la popolazione della Terra comincerà a calare entro la fine del XXI secolo. In Occidente la diminuzione è già avviata, ma negli Stati Uniti la natalità regge ancora, con 1,8 figli per donna, mentre nel Vecchio Continente siamo a 1,5 e solo i flussi migratori hanno permesso di chiudere in lieve attivo il saldo degli ultimi dieci anni. Se non riesce a contrastare questo trend, ancora più netto in Italia, l’Ue avrà un futuro difficile