«Branchie» era ambientato in parte nelle fogne di New Delhi, la scena madre di «Che la festa cominci» si svolge nelle catacombe di Villa Ada, in «Io non ho paura» (che compie vent’anni) c’è una prigione, in «Io e te» una cantina, in «Anna» (di cui in primavera uscirà la serie tv) una claustrofobica pandemia. Ne parliamo con l’autore, Niccolò Ammaniti
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Le signore storie di Angela Carter
La prima è una grande scrittrice (neo)gotica, che oltre a raccontare con ironia incubi e spaventi ha raccolto 104 fiabe e leggende da tutto il mondo centrate su personaggi femminili, per la prima volta riunite in italiano in un solo volume. L'altro è uno dei maestri del giallo e del noir: una graphic novel che ne ripropone in forma di alfabeto il mondo personale e letterario non può certo sfuggire all'onnipresenza delle donne nella sua vita
La provincia non è provinciale
In principio era Antonio Gramsci: la provincia è «dove il vecchio muore e il nuovo non può nascere», mentre per Leonardo Sciascia«tutto il mondo è provincia» ma si è provinciali non in rapporto al luogo in cui si vive ma «per le cose che si pensano»
Così ho raccontato la crisi della borghesia
Compie novant’anni Citto Maselli, il regista che ha raccolto l’eredità del neorealismo e si è affermato con un cinema politico.
Zadie Smith. L’identità? Una festa mobile
Chiunque conosca la storia delle culture sa quanto siano eterogenee e il prodotto di continui furti, prestiti, germinazioni incrociate
Io non ho paura
Guida le emozioni,regola la vita, orienta il senso estetico: quello della paura— diceva Saul Bellow — è il più vasto dei domini. Tutti ci confrontiamo con la paura (le paure): talvolta si vince, spesso si perde. In queste pagine lo fanno Edoardo Albinati, Melania Mazzucco, Michela Murgia, Alessandro Piperno, Sandro Veronesi. Si parla di sentimenti, anche molto intimi, e di politica; di salute (pubblica e privata) e di natura (quella umana e quella che l’umanità contribuisce a distruggere); di letture, naturalmente (per esempio King e Simenon), e di scritture
Da questa America non ci sono vie d’uscita
Visti da qui, dal Kentucky di Chris Offutt, il deserto è troppo caldo, il Nord troppo freddo, le città troppo grandi, il Midwest troppo piatto. Resta solo il Montana per fuggire, dopo avere vendicato l’uccisione del fratello.
Le vie della maternità non sono mai finite
La messicana Guadalupe Nettel pone — a sé e a noi — una serie di domande sul desiderio di procreare o no, sull’amore improvviso, sulle geometrie variabili di una condizione universale e irriducibile. Ma risposte non ce ne sono
Si vive per vivere, non per imparare a vivere
Dialoghi da commedia brillante, humor saggio: i sessantenni di Elvira Seminara
Amleto o Ulisse?
Dialogo sui classici (e sui moderni) tra Ian McEwan e Salman Rushdie