Ora che ci penso, i miei romanzi sono storie di lockdown

«Branchie» era ambientato in parte nelle fogne di New Delhi, la scena madre di «Che la festa cominci» si svolge nelle catacombe di Villa Ada, in «Io non ho paura» (che compie vent’anni) c’è una prigione, in «Io e te» una cantina, in «Anna» (di cui in primavera uscirà la serie tv) una claustrofobica pandemia. Ne parliamo con l’autore, Niccolò Ammaniti 

Le signore storie di Angela Carter

La prima è una grande scrittrice (neo)gotica, che oltre a raccontare con ironia incubi e spaventi ha raccolto 104 fiabe e leggende da tutto il mondo centrate su personaggi femminili, per la prima volta riunite in italiano in un solo volume. L'altro è uno dei maestri del giallo e del noir: una graphic novel che ne ripropone in forma di alfabeto il mondo personale e letterario non può certo sfuggire all'onnipresenza delle donne nella sua vita

Io non ho paura

Guida le emozioni,regola la vita, orienta il senso estetico: quello della paura— diceva Saul Bellow — è il più vasto dei domini. Tutti ci confrontiamo con la paura (le paure): talvolta si vince, spesso si perde. In queste pagine lo fanno Edoardo Albinati,  Melania Mazzucco, Michela Murgia, Alessandro Piperno, Sandro Veronesi. Si parla di sentimenti, anche molto intimi, e di politica; di salute (pubblica e privata) e di natura (quella umana e quella che l’umanità contribuisce a distruggere); di letture, naturalmente (per esempio King e Simenon), e di scritture