Probabilmente è necessaria una grande crisi, o il trauma di una sconfitta bellica, perché i cervelli si mobilitino e pensino modelli di convivenza meno accentrati e prevaricatori, dentro i vecchi Stati nazione.
La terza guerra mondiale che oggi stiamo rischiando nasce dagli stessi vizi: incompetenza, forme di ignoranza militante, scarsa prudenza, infine sterile agitazione.
C'è qualcosa di marcio in occidente e nella Nato, se un paese membro può impunemente, addirittura tramite carneficine, portare l'Alleanza sul bordo della guerra.
Più democrazia e più governabilità non si escludono a vicenda; non si conquistano «in sequenza ». O si realizzano insieme, o perderemo l’una e l’altra.