Campane d’allarme e trombe stonate

...fu l´allora giovane liberale Luigi Einaudi a propugnare (era il 1911) un´imposta unica basata sui consumi e un´imposta patrimoniale di successione che al di là d´una certa soglia di reddito passasse i patrimoni con un´aliquota del 50 per cento da impiegare per ridistribuire socialmente la ricchezza. Forse, con un secolo di ritardo, ci si sta dirigendo verso soluzioni di questo tipo. Lo chiameremo ancora capitalismo? Oppure come?

Una manovra inesistente

Ci sono tre possibili soluzioni a questo problema. 1. Tagliare gli sprechi e devolverli al sostegno duraturo dei salari, cioè ad una vera e propria redistribuzione del reddito. Ma i tagli sono stati già effettuati nella Finanziaria e con tutt'altra destinazione. 2. Tassare i redditi miliardari, le innumerevoli rendite esistenti, i redditi sommersi. 3. Puntare sulla crescita e sulle nuove risorse tributarie che essa determinerebbe.

Le bugie nel palazzo, le risse nel cortile

Queste risse di cortile sono deprimenti, specialmente in una fase di crisi mondiale che vorrebbe un'opposizione compatta e responsabile, non distratta da beghe interne e capace di offrire all'opinione pubblica risposte convincenti e di formulare in Parlamento contributi per la soluzione dei problemi che incombono.

L’assalto al futuro della nuova generazione

Il diritto è quello che si legge nell´articolo uno della Costituzione: «La Repubblica italiana è fondata sul lavoro». […..] Tutti quelli che seguono sono diritti ai quali la Costituzione conferisce dignità e tutela giuridica, ma nessuno dei quali è definito come fondamento del patto nazionale. Il lavoro non è soltanto un diritto ma è anzitutto un valore.